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(it) France, UCL AL #362 - Cultura - Guarda: Alexe Poukine, Save Yourself (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 5 Sep 2025 07:35:59 +0300
Dopo due straordinari primi film, Sleeping, Sleeping in the Stones e
Without Knocking, Alexe Poukine torna con un terzo lungometraggio
documentario, esplorando il mondo dell'ospedale attraverso una
produzione brillante e di grande pregio. "Mi dispiace davvero doverlo
dire", esordisce una giovane infermiera di fronte al paziente che sta
per informare della scoperta di un tumore maligno. Lo scambio di battute
dura alcuni minuti. Le lacrime scorrono sulle guance del paziente, la
voce dell'infermiera si strozza. Poi l'azione si ferma. Tutti stanno
bene. Nessuno è malato.
In questo terzo documentario, Alexe Poukine filma un esercizio unico:
laboratori di simulazione in cui gli operatori sanitari, accompagnati da
attori, rimettono in scena diverse situazioni di dialogo con i pazienti,
da una discussione di routine su un controllo sanitario all'annuncio di
diagnosi difficili. Con l'obiettivo di sviluppare il loro rapporto con
l'empatia, ma anche di mettere in discussione la loro posizione di
potere: mentre i laboratori di role-playing sono seguiti da debriefing
che consentono di raccogliere feedback e discutere su quanto accaduto,
nella vita reale i pazienti, dipendenti dagli operatori sanitari,
raramente avranno il coraggio di segnalare un errore. Ma anche, e
soprattutto, l'ambiente ospedaliero non gli permetterà di farlo.
Fare dell'empatia una questione politica
Infatti, sebbene il film inizi concentrandosi molto su una dimensione
individuale, nel suo svolgimento dipinge un ritratto dell'intera
istituzione dell'ospedale pubblico. E dello stato in cui decenni di
politiche neoliberiste lo hanno lasciato, creando un luogo che non
lascia più spazio all'assistenza e all'empatia per i pazienti.
Un'istituzione che schiaccia anche chi ci lavora. Attraverso le
discussioni e le situazioni, viene svelata la vita quotidiana degli
operatori sanitari: interi reparti che si affidano a personale
temporaneo, carichi di lavoro folli, pressione costante, burnout e suicidi.
La struttura del film dà voce direttamente agli operatori sanitari, che
alla fine identificano chiaramente le cause profonde dei problemi, in
particolare il sistema T2A (fee-for-service), introdotto nel 2004.
Descrivono dettagliatamente come l'ospedale sia diventato un luogo che
cerca soprattutto di essere redditizio, dove la questione economica è
diventata una priorità rispetto a quella dell'assistenza. Un operatore
sanitario arriva persino a dire: "Il sistema funzionerebbe perfettamente
se eliminassimo tutti i pazienti".
Ma questa narrazione è completata anche da quella degli attori che
partecipano a questi workshop per interpretare i ruoli dei pazienti.
Offrono una prospettiva esterna, che rivela anche molto su ciò che il
sistema ospedaliero fa alle persone che ci lavorano. Sentiamo quindi un
attore gioire del fatto che il workshop del giorno si svolga con
studenti del terzo anno, quando sono "ancora gentili", non ancora
"induriti" dall'ospedale.
Connettere l'intimo e il collettivo
Attraverso questo approccio, la regista rinnova la potenza del suo
precedente documentario, Without Knocking: connettere con successo
l'intimo e il collettivo; Riuscendo a filmare come la somma delle
esperienze individuali formi la realtà sociale. Questo equilibrio riesce
sia a trasmettere la durezza delle professioni sanitarie e la violenza
inflitta loro dal liberalismo, sia a delineare un possibile esito: la
lotta congiunta di pazienti e operatori sanitari in difesa di un bene
comune: l'ospedale pubblico.
N. Bartosek (UCL Alsace)
Alexe Poukine, Sauve qui peut, 4 giugno 2025, 98 minuti.
https://www.unioncommunistelibertaire.org/?Voir-Alexe-Poukine-Sauve-qui-peut
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