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(it) Italy, FAI, Umanita Nova #16-25 - Contro ogni fascismo. Verso una nuova resistenza libertari (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Thu, 3 Jul 2025 09:01:21 +0300
Sintesi dell'intervento "La resistenza libertaria" alle Cucine del
Popolo di Massenzatico il 25 Aprile 2025 e del comizio pronunciato in
piazza De André a Carrara il Primo Maggio 2025 ---- Si festeggia
quest'anno l'ottantesimo anniversario della cosiddetta "liberazione",
che come sappiamo non fu liberazione che in parte, visto che la società
attuale non è certo quella per cui le nostre compagne e compagni
combatterono il nazifascismo. Non lo fecero per vedere di nuovo
celebrazioni patriottiche e tricolori e non pensavano che 80 anni dopo
ci sarebbe stato ancora il problema del fascismo. Soprattutto, non
volevano una società ancora basata sullo sfruttamento, in cui ancora
oggi a Carrara si deve piangere l'ennesima vittima delle morti sul
lavoro in cava, Paolo Lambruschi, alla cui famiglia vanno ancora una
volta le nostre condoglianze e la nostra vicinanza. È necessario
ribadire che le morti sul lavoro non sono incidenti, ma crimini del
capitale, e non è per una società in cui fossero ancora negate la
dignità del lavoro e del salario che decenni fa si è resistito.
Serve però chiarire meglio cos'è stata la resistenza libertaria.
Intanto, questa resistenza non si è limitata al periodo 1943-45, ma è
iniziata nei primi anni Venti, dal momento stesso in cui le prime
squadracce hanno cominciato ad attaccare le sedi sindacali e operaie. Si
è trattato in particolare dell'esperienza degli Arditi del Popolo, che
hanno fatto la resistenza nelle strade prima ancora che Mussolini
prendesse il potere, nonostante fossero sconfessati dai partiti della
sinistra ufficiale che scelsero poi la via rinunciataria dell'Aventino.
Non solo anarchic*, ma anche militanti dissidenti di queste forze
decisero di difendersi con l'azione diretta. Lo storico Marco Rossi ha
contato 63 località che videro la presenza di formazioni degli Arditi
del Popolo, di fronte a cui i fascisti indietreggiavano, da
Civitavecchia a Bari, da Roma a Sestri Ponente passando per due episodi
celebri in cui le camicie nere vennero respinte con un forte contributo
di parte libertaria: i fatti di Sarzana del 1921 e le barricate di Parma
del 1922.
Ritornare a quel periodo non è un semplice esercizio retorico per
gloriarci della nostra storia, perché la brutalità e le migliaia di
morti del primo squadrismo smentiscono tutte le letture che pretendono
che il fascismo sarebbe stato "cattivo" solo a partire da un certo
momento (leggi razziali, guerra o altro) avvallando il suo sdoganamento,
promosso da diversi anni anche da settori della sinistra. Questa storia
dimostra che non esiste un fascismo buono: il fascismo è sempre stato
criminale perché lo è per sua natura e non può essere altro che criminale.
Fu da parte anarchica che arrivarono le prime lucide analisi del
fascismo come il libro La Controrivoluzione Preventiva di Luigi Fabbri,
che aveva visto come il fascismo fosse il risultato dell'imbarbarimento
della società provocato dalla Grande Guerra, come le nostre compagne e
compagni già avevano intuito opponendosi all'interventismo. Soprattutto,
il fascismo era la risposta del capitale ai movimenti rivoluzionari del
Biennio Rosso 1919-20, che vide il protagonismo del movimento libertario
organizzato nell'Unione Anarchica Italiana e nell'Unione Sindacale Italiana.
Dopo l'ascesa al potere del fascismo, molti tentarono di ravvivare la
tradizione plurisecolare del "tirannicidio", tra i quali ricordiamo qui
Gino Lucetti che poi morì nel 1943 senza poter raggiungere i suoi
compagni in montagna. Ma fu soprattutto nell'esilio che operarono le
nostre compagne e compagni fuoriuscit* a partire dal 1922 in Francia,
Svizzera, Belgio, Stati Uniti, Argentina, Uruguay e ovunque si trovasse
un rifugio, dimostrando che l'antifascismo non ha niente a che vedere
con nazionalismo e patriottismo anche perché pochi fenomeni furono più
internazionali, transnazionali e multilingui dell'antifascismo stesso.
Questo ci dà un altro elemento importante per l'attualità: ieri come
oggi, non c'è nessuna giustificazione per chi si accomoda al regime
voltandosi dall'altra parte perché "non si può fare altrimenti". Si può
sempre fare altrimenti, e questa storia dissidente lo dimostra.
Fu dall'esilio che le nostre compagne e compagni cominciarono a
progettare il ritorno in Italia per abbattere il fascismo a partire dal
convegno di Sartrouville del 1935. Poi venne la Spagna del 1936-39, che
è stata un altro grande esempio di solidarietà internazionale
antifascista, ma anche un esempio di come la libertà dovesse difendersi
pure dall'altro totalitarismo, quello stalinista, responsabile
dell'assassinio di tant* anarchic*, a partire da quel Camillo Berneri
che disse chiaramente che nella Rivoluzione Spagnola l'antifascismo era
inseparabile dalla rivoluzione sociale. L'antifascismo non può essere
fine a sé stesso, perché il fascismo non è un'eccezione o un'anomalia
nelle società dell'Europa moderna: fa parte dei meccanismi di
riproduzione dello stato e del capitale, e non lo si combatte
appiattendosi su concetti liberali, ma adoperandosi per la
trasformazione libertaria ed egualitaria della società.
E poi c'è stata la Resistenza del 1943-45: di ritorno dall'esilio e dal
confino, la componente anarchica fu tra le più importanti numericamente
e giocò ruoli importanti nella liberazione di città principali come
Milano e Genova, e ovviamente anche qui a Carrara con la "Lucetti", la
"Schirru" e le varie formazioni libertarie. Il caso di Carrara è
particolarmente importante perché qui il movimento anarchico partecipò
alla ripresa della vita civile con iniziative come la Cooperativa del
Partigiano e con un lavoro materiale di cui rimangono esempi come il
ponte sul Carrione ricostruito dalla FAI nel 1945, ancora ricordato da
una lapide, a dimostrare che è con il lavoro costruttivo del movimento
operaio che si sconfigge il fascismo.
Poi il fascismo è tornato, sotto varie forme, prime fra tutte la
violenza e l'intimidazione contro persone migranti, militanti e persone
con comportamenti difformi. Ma è importante sottolineare che il fascismo
non si identifica solo con la destra politica o con i regimi
autocratici. Ci sono tanti comportamenti quotidiani che preparano il
fascismo, dalla xenofobia all'omofobia alla pretesa di dominazione su
altr* che porta al patriarcato e ai crimini del patriarcato. Insomma c'è
un grande lavoro sociale e culturale da fare per togliere la terra sotto
i piedi al fascismo. A partire dalla difesa della libertà. Per il 25
aprile ci era stata raccomandata "sobrietà": fermo restando che non sono
le signore e i signori che siedono in questo governo a dirci quello che
dobbiamo fare, queste libertà si difendono prendendole, e abbiamo
festeggiato il 25 aprile dappertutto, dai cappelletti antifascisti a
Reggio alle varie piazze che hanno visto la nostra presenza.
Parlando di questo governo, è stato divertente constatare come qualche
settimana fa, accorgendosi dell'esistenza di un documento chiamato
"Manifesto di Ventotene", si siano anche accorti che pure nei fondamenti
giuridici della società borghese ci sono reminiscenze di quelle lotte.
Se a Ventotene c'erano tante libertarie e libertari, in contatto
peraltro con Ernesto Rossi, quel documento, pur non essendo di
ispirazione anarchica come UN ha recentemente discusso,[1]ci dà
l'occasione per notare che con certi suoi principi, come l'idea che per
evitare le guerre gli Stati debbano mettere in discussione la loro
sovranità territoriale, l'Unione Europea ha sempre avuto ben poco a che
fare. Non è certo coerente con quei principi l'attuale politica
guerrafondaia dell'UE, che vuole riarmarsi a scapito della spesa sociale
inventandosi pericoli di attacco imminente con toni che richiamano
quelli della Guerra Fredda, che è purtroppo drammaticamente calda nelle
diverse decine di conflitti che si combattono attualmente nel mondo, di
cui molti dimenticati perché più i morti sono lontani dall'Europa e dal
Nord Globale meno impressionano le loro opinioni pubbliche benpensanti.
Se Albert Camus diceva che non c'è nessuna buona causa che giustifichi
la morte di un solo civile innocente, la nostra strategia è ugualmente
chiara: stare sempre dalla parte di chi rifiuta di combattere, di chi
obietta, di chi diserta, qualunque sia la divisa e la bandiera per cui
non ha voluto morire; stare dalla parte di chi si oppone al commercio
delle armi e alle produzioni di morte, per lo sciopero generale contro
la guerra e per una presa di coscienza generale che permetta di finirla
con tutte le guerre, dai massacri in Ucraina all'orribile genocidio che
è in corso a Gaza.
Nessuno dovrebbe mai morire per piantare una bandierina su un confine,
ma sono proprio questi confini che ci ricordano come il fascismo sia
anche razzismo e paura dell'Altro, il rinchiudersi dietro linee
immaginarie che decidono chi gode dei diritti umani e chi no, a seconda
del pezzo di carta che si porta in tasca. C'è in primo luogo una
resistenza anticoloniale da sostenere, quella che attuano le nostre
compagne e compagni in Brasile e America Latina a fianco delle
popolazioni indigene e afrodiscendenti, o in Sudan per sopravvivere a
massacri meno mediatizzati ma non meno brutali di altri. C'è una
resistenza anche umana da fare contro la vergogna dei respingimenti,
delle stragi nel mare, delle deportazioni in Albania. Ricordiamoci che
senza frontiere nessun* è clandestin*, senza stupidi confini nessun* è
stranier*.
Ricordiamo poi la guerra interna contro le classi dominate, che vede
l'ennesima vergogna di quel decreto "sicurezza" su cui anche i
giuspubblicisti hanno lanciato l'allarme per i suoi aspetti illiberali,
volti a limitare la libertà di espressione del dissenso, anche
non-violento. Anche qui, la nostra idea è chiara: di fronte a chi vuole
impedirti di esercitare il diritto al dissenso l'unica risposta è
praticare questo diritto. Il fascismo si combatte per prima cosa nella
testa e nel cuore di ognun*, diffondendo pratiche di solidarietà e altri
modi di pensare e agire. Per l'uguaglianza e per la libertà.
Buon Primo Maggio.
Federico Ferretti - FAI Reggiana
[1]A. La Via, Manifesti strappati, la polemica su Ventotene, Umanità
Nova n. 9, 30 marzo 2025.
https://umanitanova.org/contro-ogni-fascismo-verso-una-nuova-resistenza-libertari/
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