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(it) Italy, Sicilie Libertaria #452: Al di qua - In viaggio con il papa (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Tue, 5 Nov 2024 07:47:32 +0200


Ore 15. Eccomi all'interno dell'aereo che porterà papa Francesco in Asia e Oceania. Sono l'addetto ai Pannoloni del Santo Padre; in pratica gestisco il prezioso carico di cui Francesco fa largo uso nel corso delle 24 ore. Non chiedetemi come ho ottenuto questo incarico: non posso rivelarlo. Al mio sgabuzzino fanno spola le suore addette all'igiene personale del papa: suor Genuflessa e suor Catena Crocifissa. ---- Ore 16,27. Accolto da una ovazione generale arriva Francesco. I più spericolati in acrobazie sono i giornalisti-vaticanisti. ---- Ore 17,15, decolliamo. Il papa allaccia una speciale cintura con prolunga, è sereno e voglioso di una partita a scopone con i suoi fedelissimi. Ore 18,10: Bergoglio ha già vinto 15 euro, gli altri giocatori sembrano intimoriti.

Ore 18,23. Il papa deve andare alle toilette; suor Genuflessa lo accompagna recando con sé il borsone con i pannoloni. Bergoglio entra a mala pena nel bagno dell'aereo; la suora non trova lo spazio vitale per seguirlo a causa della sua stazza. Chiama suor Catena Crocifissa, una filippina mingherlina che si insinua nel WC e riesce a districarsi tra tonaca, mutandoni e pannoloni. Alla fine esce trionfante con il borsone del reso ben chiuso che mi viene a consegnare.

La serata trascorre con la recita del rosario, una cena a base di pastasciutta, bistecca e patatine, con variante tofu per i vegetariani, una gara di barzellette, e una seconda partita a scopone in cui Francesco rifila 47 euro ai giornalisti.

3 settembre

La notte è trascorsa tranquilla. Il Santo Padre ha riposato; imbottito com'era, non si è dovuto svegliare per orinare. Questo ha comportato un po' di traffico mattutino, soprattutto per le povere e pazienti suore. Io ho fornito i miei servigi egregiamente ed ho un po' di rifiuti tossici da smaltire.

Ore 11,30 atterriamo a Giacarta. Bergoglio viene prelevato da quelli della Comunità di Sant'Egidio. Sarà un giorno di riposo. Tra un ricambio e l'altro ho il tempo di visitare la città. Mi addentro nei quartieri poveri del porto: assisto a situazioni drammatiche: gli slums sono invasi dall'acqua e tendono a sprofondare. La gente si adegua al fango e al tanfo. In una baracca adattata a ristorante, mangio noodles fritti, che qui chiamano Mie Goreng, e spiedini di pollo con salsa di arachidi che chiamano Sate Ayam. Trascorro la serata in comunità a giocare a scacchi con uno della scorta, che mi batte quattro volte.

4 settembre

Levataccia; bagnetto al S.P., colazione all'italiana, e poi via al bianco palazzo presidenziale per l'incontro, alle 10, col Presidente della Repubblica Joko Widodo. Dopo il papa, la cerchia diplomatica, il servizio d'ordine, veniamo io e le due suore in ordine di importanza, sempre pronti a intervenire in caso di... emergenze. Nelle lussuose stanze del palazzo veniamo fatti accomodare in un salottino attiguo. Alle 10,35 incontro con le autorità, alcune centinaia di persone; ascoltiamo le parole, non ci sfugge il finale antiabortista: «Una legge di morte», che «limita le nascite». «Voi in Indonesia avete famiglie con 4 o 5 figli, e questo va bene, continuate avanti così». Suor Genuflessa è in apprensione: Francesco ha fatto incetta di bomboloni, di cui è ghiottissimo, e teme un qualche fuori programma. Infatti, quando alle 11,15 ci trasferiamo in nunziatura, il Nostro sgancia già qualche bombetta. Per fortuna entriamo in azione noi, e in quattro e quattr'otto lo consegniamo ai Gesuiti bello profumato.

La riunione è ristretta; a noi ci mandano a pranzo in anticipo. Tra i vaticanisti si bisbiglia di una santa cazziata del papa ai vertici della Compagnia che non riescono a schiodare il numero dei cattolici da uno scarso 3%; vanno meglio quei fottuti di protestanti che stanno sopra il 4, coi musulmani che se la godono dal loro 87%, e si vantano del titolo di nazione più islamica al mondo.

Ore 16,20 (notare la scansione oraria di tipo ferroviario), Francesco, dopo un ottimo pranzo in cui pare abbia fatto il bis di involtini ripieni di gamberetti essiccati, germogli di bambù, scampi con salsa di zucchero di cocco, gamberetti, peperoncino, acqua, pepe bianco, porro e amido di tapioca, che qui chiamano Lumpia di Semarang, ed essersi abbandonato a una piacevole siesta, visita la cattedrale, incontra i vescovi e alle 18,30 i giovani di Scholas Occurrentes. Tornato al Jesuit Refugee Service cena con brodo di pollo e trascorre il resto della serata a giocare a carte con la scorta. I cardinali si sono dati al turismo. Io e le suore vediamo al computer la serie tv Father Brown anche se nessuno di noi mastica bene l'inglese.

5 settembre

Notte agitata con le suore al capezzale del papa: "ho sete", "la pipì", "che ore sono?", "ho mal di pancia"... A colazione però non rinuncia a bomboloni alla crema e cappuccino.

Ore 9, incontro interreligioso tra il Papa e il Grande Imam nella Moschea Istiqlal, la più grande di tutto il sud est asiatico, collegata alla cattedrale dal "tunnel dell'amicizia". Quindi trasferimento nella grande sala per il discorso del Papa, seguito dalla lettura e la firma di una Dichiarazione congiunta. Tutto molto veloce: alle 10 lo rivediamo nella sala della Conferenza Episcopale indonesiana. Il tempo di un breve incontro con gli ospiti di vari enti assistenziali e alle 10,45 si rientra in nunziatura. Sbragato in poltrona, tolte le scarpe schiaccia un pisolino. A pranzo antipasto di crostacei, pappardelle alla romana e sottofiletto con patate. Anche noi godiamo dello stesso cibo. Papa e cardinali rimangono a chiacchierare del più e del meno fino alle 15,30, ora del cambio pannoloni.

Ore 17, stadio di Giacarta, messa per i fedeli, dicono che siano 60.000. Noi la vediamo in televisione. Quando pronuncia la frase "Il diavolo è nelle tasche", molti portano per istinto le mani in tasca stupiti. In genere le hanno vuote, di soldi e di diavoli.

Ore 19 rientro in nunziatura, cena frugale e a letto: domani c'è lo spostamento in Oceania.

Trascorro la serata nei quartieri malfamati della capitale, mangio un pessimo Gudeg, una zuppa di verdure con montone e riso e bevo un disgustoso tuak. Rientro di corsa in preda a mal di pancia. Francesco è bello e imbottito, la notte scorre tranquilla.

6 settembre

Ore 9,30. Cerimonia di saluto all'aeroporto e partenza per Port Moresby, Papua Nuova Guinea: 9 ore di volo, pranzo incluso. Sistemo i miei contenitori, intervengo solo verso le 15, per il resto riprendo la partita a scacchi col capo scorta, che continua a vincere spudoratamente. Dall'altra parte, nella classe papale, è ripresa la gara di barzellette e le risate rimbombano per l'aereo.

Ore 18,50 atterraggio e cerimonia di benvenuto. Ore 19,20 arrivo in nunziatura. Cena tradizionale offerta dal vescovo: pesce con salsa a base di lime e cocco, che qui chiamano Kokoda, per i pezzi grossi; per la bassa forza il Mumu, cioè carne di maiale con diversi tipi di condimento. Serata libera.

Ore 21,27. La serie di Padre Brown si vede male; ho portato quattro bottiglie di vino dei castelli trafugate nella dispensa dei cuochi vaticani, due di Frascati e due di Testamatta. Io, suor Genuflessa e suor Catena ce le scoliamo nell'arco di un'oretta discorrendo e sparlando dei grassi cardinali. Suor Genuflessa stravaccata in poltrona, dorme e russa beata. Io e suor Catena entriamo in confidenza, Caty mi liscia la barba, io le scopro i capelli e la bacio sul collo. Neanche il tempo di andare oltre che... EHI! suor Genuflessa si avventa su Caty e me la strappa di dosso portandosela via.

7 settembre

Ore 4,12. Suor Genuflessa mi sveglia per il cambio pannolone. E' stranamente muta.

Ore 6,17. Bussano alla porta. E' sempre suor Genuflessa. Mi consegna una busta con un biglietto aereo per Roma via Giacarta. Fuori c'è un taxi che mi aspetta per condurmi all'aeroporto. Trovo anche suor Catena Crocifissa con un biglietto per Manila. Ambedue licenziati.

Il mio viaggio termina qui. Proprio sul più bello...

Fra' Dubbioso

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