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(it) Italy, UCADI #201 - IL REGALO AVVELENATO DI PUTIN ALLA U.E. (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 5 Dec 2025 07:37:38 +0200
Nelle sue dichiarazioni sull'Ucraina Putin, dopo una prima fase di
rifiuto della possibilità di aderire alla NATO e alla U.E. sembra
ritenere oggi di non avere alcuna contrarietà all'adesione Ucraina alla
U.E., anzi quasi sembra auspicare che ciò avvenga. ---- Le ragioni di
tanta disponibilità vanno cercate negli effetti che l'ingresso
dell'Ucraina che produrrebbe nella U.E., impoverendola economicamente,
obbligandola a ripianarle il bilancio, assumersi il carico del suo
debito pubblico, con il risultato di aumentare la conflittualità interna
e alimentando i contrapposti interessi degli Stati che la compongono per
quanto riguarda la ripartizione del debito.
L'Ucraina è uno Stato fallito. I costi di un suo salvataggio economico
sono incalcolabili al punto che sarebbero compromessi gli interessi
delle classi meno agiate degli Stati attualmente aderenti all'Unione che
dovrebbero ridurre il loro welfare per raccogliere le risorse necessarie
a sostenere l'Ucraina e a rinunciare a molta parte dei finanziamenti.
L'Ucraina è uno Stato inesistente e con le finanze distrutte, per essere
stato privato della gran parte delle risorse produttive e delle materie
prime localizzate nei territori occupati dalla Russia, per dover
sopportare dopo una eventuale pace il peso di migliaia d'invalidi, per
essere stato deprivato della gran parte della popolazione che una volta
fuggita a causa della guerra, in gran parte non pensa di ritornare,
avendo creato un nuovo assetto di vita dal punto di vista economico e
sociale.
In quattro anni di radicamento dei profughi nei paesi che li hanno
ospitati, alimentati da un welfare generoso e da sussidi più alti di
quelli corrisposti agli autoctoni, si sono creati una nuova vita e un
nuovo spazio di esistenza. Inoltre molti di loro, ritornando al paese
d'origine, non saprebbero dove tornare o perché è ormai territorio
russo, oppure perché comunque dovrebbero incominciare da capo per
costruirsi un'esistenza dignitosa.
Destino diverso avranno gli ucraini rifugiatisi in Russia (4 milioni
circa) o coloro che non hanno mai abbandonato le loro case che potranno
e dovranno ricostruire il Donbass distrutto, che avranno la possibilità
di ripopolare un territorio che non hanno abbandonato e che considerano
la loro terra.
Prendendo in esame l'ipotesi dell'adesione immediata alla U.E.
dell'Ucraina si comprende la natura dei problemi d'affrontare
esaminandoli singolarmente:
Agricoltura: una larga parte dell'economia del residuo territorio
ucraino, deprivato comunque di alcuni oblast orientali, sarebbe ancor
più di prima impegnato nella produzione agricola che dovrebbe comunque
avvenire su un territorio devastato dalla guerra, bombardato, inquinato
che non potrebbe che produrre prodotti agricoli dotati di
caratteristiche non conformi ai parametri europei per il fatto di
provenire da territori inquinati. Laddove questi prodotti fossero
commerciabili, inseriti nei mercati e nei circuiti di distribuzione
europei farebbero concorrenza sui mercati dei paesi comunitari, mettendo
in crisi le loro agricolture. Si veda al riguardo ciò che è successo con
l'esportazione del grano ucraino che ha generato le proteste dei
contadini, soprattutto polacchi, rumeni e tedeschi, danneggiati da una
concorrenza sleale, dipendente dai minori costi di produzione. Inoltre
in base alle norme vigenti nella U.E. l'agricoltura ucraina per il suo
stato di crisi, assorbirebbe gran parte delle risorse del bilancio
agricolo dell'Unione, a detrimento dei redditi degli agricoltori degli
altri paesi e soprattutto di quelli francesi e olandesi e polacchi.
Produzione industriale: benché quello che resterà dell'Ucraina dopo la
guerra sarà un paese che vedrà accresciute le sue capacità tecnologiche,
perché la guerra con tutte le sue distruzioni, porta tuttavia un
accrescimento delle conoscenze per supportare lo sforzo bellico che
ricadono poi anche sulle competenze in campo produttivo civile,
l'Ucraina è tuttavia un paese con le strutture produttive completamente
devastate. È pur vero che si parla di un piano straordinario di
finanziamenti da varare per la ricostruzione, problema del quale ci
siamo occupati da ultimo commentando i risultati della Conferenza di
Roma, ma anche in quell'occasione si è visto che i fondi disponibili
anche da parte di Enti e privati sono del tutto insufficienti.
A dover pagare perciò saranno i soggetti istituzionali, ovvero la U.E.,
sottraendo risorse al bilancio comunitario e, soprattutto, al welfare
dei singoli Stati. In compenso l'Ucraina metterà a disposizione
nell'U.E. un esercito di reduci traumatizzati dalla guerra, che
inevitabilmente si offriranno come milizie d'ordine per sedare le
probabili proteste del proletariato europeo vittima della "solidarietà"
per l'Ucraina. In tal modo Putin, che è bene ricordarlo, è un
conservatore di destra, ortodosso, amante della tradizione e della
religione, per dirla in altre parole un Maga russo, avrà raggiunto un
altro dei suoi scopi, quello di spostare a destra l'asse politico dei
paesi europei.
La colpa delle sinistre
Queste sono le conseguenze di un'errata lettura della guerra d'Ucraina
da parte delle forze di sinistra, le quali non hanno capito che la
guerra Russo/Ucraina era ed è lo scontro tra due regimi oligarchici e
liberticidi, politicamente simili, con interessi divergenti, ma con un
fine comune, costituito dal nazionalismo malato che, sopra tutto da
parte ucraina è impregnato di razzismo, xenofobia e suprematismo. Il
mainstream occidentale ha spacciato l'Ucraina per popolo aggredito,
mentre era un paese nel quale era in corso almeno dal 2014 una guerra
civile nella quale per ragioni geostrategiche e di tutela delle
minoranze etniche, si è inserito un altro paese, la Russia, senza
rendersi conto che si trattava di difendere non di una democrazia
liberale, rispettosa delle minoranze, plurilingue, rispettosa della
libertà religiosa e di coscienza, nonché di quella politica: si trattava
di tutt'altro.
L'Ucraina infatti è un paese che ha imposto per legge una Chiesa di
Stato, opprimendo le altre confessioni, sequestrandone i beni,
attribuiti alla Chiesa di Stato, limitando la libertà di culto. La
principale persecuzione riguarda la Chiesa Ortodossa, canonicamente
legata al Patriarcato di Mosca ma da esso resasi indipendente, ma ha
colpito anche le altre confessioni.
Anche prima della proclamazione della legge marziale, ha messo fuori
legge i partiti di opposizione. Con apposita legge ha vietato l'utilizzo
della lingua russa e quella di altre lingue autoctone, imponendo per
legge l'ucraino, stà "derussizzando" il paese, demolendo statue di poeti
e scrittori russi o di ucraini che hanno scritto in lingua russa; ha
represso le autonomie; l'attività di derussificazione ha sfiorato il
ridicolo quando la Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala, voluta dal
governo; ha cancellato dal calendario i santi di origine russa in
ossequio alla legge del 2023 "Sulla condanna e il divieto della
propaganda della politica imperiale russa in Ucraina e sulla
decolonizzazione della toponomastica".
Questo processo di recupero dell'identità Ucraina è stato rafforzato
dando attuazione della legge ucraina "Sui principi della politica
statale della memoria nazionale del popolo ucraino" riscrivendo la
storia e perseguendo l'obiettivo della "decolonializzazione della
cultura ucraina dall'imperialismo russo". Evidentemente i governanti
ucraini si sono dimenticati che il paese è multietnico, anche se alla
ricerca della propria identità, obiettivo che non si ottiene per
sottrazione e/o con censure. Dovrebbe bastare questo per rendere
impossibile l'ingresso dell'Ucraina nell'U.E. in quando si violano non
solo i principi dello stato di diritto, ma anche quelli sui quali dice
di fondarsi l'U.E..
Le sinistre dovrebbero capirlo, ma quel che è più grave è che esse hanno
tradito il loro compito andando contro gli interessi dei ceti e delle
classi che avrebbero dovuto difendere, minandone il loro tenore di vita,
causando la catastrofe dell'economia europea, la quale basava la propria
forza sul basso costo dell'energia che proveniva dalla Russia, mettendo
così in crisi i salari e i redditi dei lavoratori europei. Il risultato
più grave è la mobilitazione di imprenditori e finanzieri impegnati a
ricostruire i loro profitti varando una gigantesca politica del riarmo
europeo.
Da questa mancata comprensione sono derivate una serie di scelte
scellerate che hanno messo i paesi europei al servizio della Gran
Bretagna e dei paesi baltici, anche sé l'Inghilterra non fa più parte
della U.E. e il peso economico e la popolazione dei baltici è irrisoria,
mettendoli in grado di dirigere la politica estera dell'Unione affidata
a Kaja Kretina Kallas, ignorante in storia e geografia, che vorrebbe
dichiarare guerra non solo alla Russia, ma anche alla Cina.
I partiti di sinistra sono arrivati addirittura a salutare con gioia il
sabotaggio del Nord Stream 2, voluto dagli Stati Uniti, guidati da
Biden, eseguito dai britannici utilizzando anche manovalanza ucraina. Il
loro errore è quello di non aver capito che la guerra ucraina è
funzionale agli interessi degli Stati Uniti, alle aspirazioni imperiali
della Gran Bretagna, per eliminare dal mercato gli sciocchi vassalli
europei che facevano concorrenza alle attività produttive statunitensi,
sempre più esigue a causa del decentramento produttivo da essi stessi
voluto.
Ma pur prescindendo dall'incapacità di tutelare ceti e classi che le
forze di sinistra dovrebbero rappresentare, l'errore è quello di non
aver capito che la guerra è in ogni caso inaccettabile perché colpisce i
ceti popolari, mentre offre ai furbi e ai ricchi la possibilità di
evitare il conflitto. Quest'errore ha condizionato la maggior parte
delle scelte dell'autodefinita sinistra riformista che si è lasciata
abbacinare dalla narrazione mainstream relativa alla tutela della
libertà del paese aggredito. Questa scelta ha coinvolto anche il
Presidente della Repubblica Italiana che interpreta il suo ruolo di
valvassore insieme alla Presidente del Consiglio Valvassino(/a), e in
quanto tale appartenente alla Corte del sedicente imperatore Trump, nel
rispetto della struttura gerarchica dell'impero carolingio. Tutto questo
anche quando è cambiato l'inquilino della Casa Bianca che sembra aver
mutato linea politica dell'amministrazione USA. A fronte della sua
politica ondivaga i governanti europei, con protervia, hanno dato vita
all' accozzaglia dei volenterosi, finendo per fare la figura di una
manica di imbecilli. Neanche di fronte a questa perseveranza nell'errore
molti dei sedicenti partiti di sinistra continuano a sostenere
l'Ucraina, preparando il proprio declino e la propria sepoltura, ma
consegnando il popolo alla destra.
Così Putin, che sta vincendo la guerra in Ucraina sul campo, checché ne
dicano i giornaloni mainstream e i giornalisti prezzolati che vi
lavorano, vincerà due volte: sul campo di battaglia, anche se con
fatica, e realizzando lo spostamento a destra dell'asse politico dei
paesi europei, giunti a mettere in discussione lo stato di diritto,
accogliendo l'Ucraina nell'Unione, pur di affermare le loro scelte
politiche (elezioni presidenziali in Romania e Moldavia docet).
Suona a morto la campana per l'Unione Europea.
Enrico Paganini & C. G.
https://www.ucadi.org/2025/11/01/il-regalo-avvelenato-di-putin-alla-u-e/
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