|
A - I n f o s
|
|
a multi-lingual news service by, for, and about anarchists
**
News in all languages
Last 40 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Our
archives of old posts
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Catalan_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
_The.Supplement
The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours |
of past 30 days |
of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019 |
of 2020 |
of 2021 |
of 2022 |
of 2023 |
of 2024 |
of 2025
Syndication Of A-Infos - including
RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups
(it) Italy, FAI, Umanita Nova #30-25 - Christine de Pizan. Una pensatrice protofemminista (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 5 Dec 2025 07:37:23 +0200
Perché non sono mai le donne a scrivere di donne? Perché sono sempre e
solo gli uomini a spendere fiumi di inchiostro in trattati, poesie,
elogi e spregi su questo oggetto-donna reso artificiosamente così
misterioso, stereotipato, caricaturale da sembrare senza voce,
coscienza, parola? ---- Questo il punto di partenza della riflessione di
Christine de Pizan, nata a Venezia nel 1364 e trasferitasi in Francia
nel 1369 al seguito del padre Tommaso da Pizzano, astronomo e astrologo
di corte di Carlo V. De Pizan trascorre più di un decennio tra gli agi
di corte, immersa nella cultura: il padre (contro il volere della madre)
le offre un'istruzione pari a quella dei suoi fratelli maschi e de Pizan
vive fin dall'infanzia in un ambiente intellettualmente stimolante,
circondata dall'amore per il sapere e dai libri della biblioteca reale
del Louvre, alla quale la giovanissima Christine ha libero accesso.
Cresce così questa straordinaria scrittrice, poeta e pensatrice bilingue
(trilingue considerando il latino), profonda amante di musica, poesia e
letteratura, ma anche di storia, filosofia e medicina. De Pizan non è
solo una scrittrice, ma quella che viene riconosciuta come la prima
storica laica e la prima scrittrice di professione del continente
europeo, dedita a opere in prosa e in versi.
Val la pena ricordare quelli che la stessa de Pizan riconosce come i due
momenti di svolta della sua vita, che dopo il 1390 cambierà radicalmente
(donandole però, proprio tra le difficoltà, l'ennesimo impulso creativo
e rinnovatore): nel 1380, infatti, la morte di Carlo V comporta per la
famiglia de Pizan la perdita dei privilegi e dei favori di corte e
l'inizio di un periodo di ristrettezze economiche, amplificatesi dopo la
morte del padre Tommaso. Successivamente, nel 1390, avviene la morte del
marito di Christine e padre dei suoi tre figli, notaio e segretario di
corte sposato dieci anni prima su indicazione del padre. Christine De
Pizan sceglie di non sposarsi più né di entrare immediatamente in
convento, una scelta per l'epoca coraggiosa e controcorrente.
Dopo la morte del marito de Pizan dovrà compiere quella che lei
definisce una metamorfosi, descrivendola in modo così incisivo da
delineare con le parole la scena di una metamorfosi non solo simbolica,
ma quasi fisica: una trasformazione di senso, di postura, di immaginario
che la conduce all'attività di copista e calligrafa, prima, e di autrice
letteraria di professione, poi ma anche, come si diceva, una
trasformazione corporea. De Pizan racconta infatti di aver sognato la
Fortuna che le toccava il corpo in ogni sua parte per rinforzarne le
membra e donarle vigore, parola che scelgo non a caso: "allora diventai
un vero uomo", ci dice infatti de Pizan per sintetizzare il suo
passaggio a una vita sempre più adulta, autonoma, indipendente che al
tempo era, lo sappiamo, riservata agli uomini. È sintomatico il fatto
che una personalità "progressista" come quella di de Pizan identifichi
la sua emancipazione economica e culturale con le categorie del
maschile, descrivendoci questa metamorfosi intellettiva e biografica
incisa nella carne come un "diventare uomo". Da notare, peraltro, che la
sua emancipazione è dettata da esigenze eccezionali e contingenti: non
ci sono velleità rivoluzionarie, desideri di rottura dello status quo e
di liberazione sistemica delle donne e dei secondi sessi, ma "solo" una
valorizzazione e una messa in luce della possibilità di emancipazione in
caso di necessità.
De Pizan con i suoi scritti e il suo pensiero partecipa alla cosiddetta
"querelle des femmes", una locuzione novecentesca utilizzata per
indicare il dibattito intellettuale sviluppatosi tra il Duecento e il
Settecento nel continente europeo, e in particolare in Francia, che
prevede riflessioni sull'uguaglianza dei sessi (oggi forse diremmo "di
genere") e sui loro rispettivi ruoli, compiti e inclinazioni. Nella
produzione di de Pizan, che morirà nel monastero francese di Poissy
intorno al 1430, il suo peculiare percorso biografico si intreccia con
la consapevolezza storica e culturale, con la sua sensibilità
protofemminista e con il suo talento letterario. La sua ultima opera,
composta nel 1429 dopo più di un decennio di silenzio, è dedicata alla
contemporanea Giovanna d'Arco: quello di de Pizan è il primo poema
sull'eroa francese e l'unico a essere stato composto prima della sua
uccisione.
De Pizan scrive tra il 1404 e il 1405 l'opera per cui è maggiormente
nota: si tratta de La città delle dame (o delle donne), una
contro-narrazione rispetto ai miti, agli stereotipi e alle imposizioni
sessiste e misogine di tutte le epoche. Ne La città delle dame la
protagonista Christine dialoga con tre dame Ragione, Giustizia e
Rettitutine e l'autrice de Pizan (che poi sono la stessa persona),
intreccia le loro voci con le molte storie di donne che si sono distinte
per la loro intelligenza, sagacia e tenacia ma anche e forse soprattutto
per la loro ostinazione, un tema che attraversa tutto il testo.
L'opera descrive in tre libri l'edificazione di una città di donne, nel
senso di: fondata da donne, abitata da donne, pensata per donne. Il
primo libro si apre con una scena di solitudine. Christine, la
protagonista, si trova nella sua stanza e, durante una pausa dallo
studio, inizia la lettura di un libro che pagina dopo pagina rivela idee
sessiste e misogine sulla "natura viziosa" delle donne: nonostante non
riconosca queste caratteristiche nelle donne che la circondano, si
mostra consapevole del fatto che pensieri di questo tipo la portano al
disprezzo delle donne, a partire da sé e dal suo corpo ricordiamo a
questo proposito la metamorfosi verso il maschile sopracitata. Appaiono
in questo frangente le tre dame Ragione, Giustizia e Rettitudine,
inviate dalla Provvidenza per trarla in salvo dalla sua ignoranza: come
le viene fatto notare, infatti, è proprio l'ignoranza (nel senso di
non-conoscenza) ad averla resa succube delle opinioni e credenze altrui
e infatti noi oggi diremmo: tutte e tutti interiorizziamo idee
patriarcali, seppur con gradi diversi di consapevolezza, resistenza e
capacità di decostruzione. Ma le tre dame hanno anche un altro scopo:
vogliono fare in modo che le donne abbiamo un posto sicuro, e
costruiranno per loro una città. Anche qui tornano temi cari al discorso
femminista odierno: abbiamo un posto sicuro? Le strade che attraversiamo
sono sicure? E le case che abitiamo? Che cosa impariamo in famiglia, a
scuola, nelle piazze? Siamo davvero al sicuro dalla violenza delle mani
e dei coltelli? E da quella delle parole? Perché non costruiamo una
città a nostra misura, dopo secoli in cui la filosofia e la società ci
dicono che "L'uomo è misura di tutte le cose"? Che "L'uomo è misura di
tutte le cose" ce lo dice Protagora nel V secolo a. C., ce lo ribadisce
ogni centimetro del mondo in cui viviamo (per approfondire consiglio la
lettura di "Invisibili. Come il mondo ignora le donne in ogni campo.
Dati alla mano" di Caroline Criado Perez). E noi?
E noi dunque, dicevamo, con de Pizan costruiamo una città a misura di
donna. Ognuna delle tre dame ha un compito e ogni libro narra una fase
di costruzione della città delle donne, alternando l'analisi di
stereotipi sessisti e misogini con la loro confutazione, che avviene sia
a livello teorico sia attraverso l'elenco di esempi di donne
intelligenti, forti, perseveranti, ostinate: Christine viene invitata a
scavare un fossato "con la zappa della sua intelligenza", asportando
metaforicamente detriti e pregiudizi. Stereotipi, credenze e imposizioni
patriarcali vengono passate in rassegna e man mano confutate dalle tre
dame, con il risultato che l'opera procede alternando e integrando tesi
(uno stereotipo, un pregiudizio, una convinzione misogina), antitesi
(confutazione della tesi supportata da argomentazioni ed esempi di vite
di donne) e sintesi (la tesi che si compenetra con l'antitesi, in una
dinamica protodialettica, e l'esito: la costruzione di una porzione di
città).
Nel primo libro, Christine domanda a Ragione "se Dio volle mai onorare
l'intelligenza femminile delle alte scienze." Infatti, dice, "Gli uomini
affermano che le donne hanno scarse capacità intellettuali". Risponde
Ragione: "Figliola, per tutto quello che ti ho detto prima puoi capire
che è vero proprio il contrario. E per spiegartelo con maggior chiarezza
ti darò qualche esempio come prova. Te lo ripeto, e non dubitare del
contrario, che se ci fosse l'usanza di mandare le bambine a scuola e di
insegnare loro le scienze come si fa con i bambini, imparerebbero
altrettanto bene e capirebbero le sottigliezze di tutte le arti, così
come essi fanno". (Cito a memoria dal libro primo)
Nel primo libro Ragione dirigerà i lavori per le fondamenta e le mura
della città con l'aiuto di guerriere, sapienti e intellettuali delle
quali si ricordano le straordinarie vite; nel secondo libro Rettitudine
costruirà edifici e strade e inizierà a popolare la città con profete e
donne dedite alla famiglia; infine, nel terzo, Giustizia accoglierà
altre abitanti tra le quali sante, vergini, martiri e quella che de
Pizan indica come Regina dei Cieli, accolta tra principesse, regine e
dame (de Pizan, come altre pensatrici e pensatori è figlia del suo
tempo!). Si può pensare a queste tre fasi di edificazione della città
delle donne come a una metafora per indicare tre fasi di
ristrutturazione del Sapere: la decostruzione di idee imperanti e
dogmatiche (scavare il fossato), la formazione di nuove conoscenze
(fondamenta e mura) e, infine, il prender vita e la diffusione di un
nuovo sapere (edifici, strade, abitanti) un sapere originale,
divergente, ostinato; un sapere ribelle, scomodo, dirompente. Perché
anche il Sapere maschile, quello con la S maiuscola, nasce da persone
umane, troppo umane. E non è infallibile. Quindi quando Christine
afferma "Mi meraviglio molto dell'opinione di alcuni uomini, secondo cui
essi non vorrebbero che le proprie mogli, figlie o parenti imparassero
le scienze, per paura che i loro costumi ne vengano corrotti", la dama
innanzitutto commenta "Da questo puoi capire che non tutte le opinioni
maschili sono fondate sulla ragione".
Ecco il punto di partenza: togliere i detriti, scavare il fossato, e
gettare nuove fondamenta.
Serena Arrighi Gruppo Germinal Carrara
https://umanitanova.org/christine-de-pizan-una-pensatrice-protofemminista/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
- Prev by Date:
(en) France, UCL AL #365 - International - Black Rose/Rosa Negra: "State threats make some more reluctant to act" (ca, de, fr, it, pt, tr)[machine translation]
- Next by Date:
(it) Italy, UCADI #201 - IL REGALO AVVELENATO DI PUTIN ALLA U.E. (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
A-Infos Information Center