|
A - I n f o s
|
|
a multi-lingual news service by, for, and about anarchists
**
News in all languages
Last 40 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Our
archives of old posts
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Catalan_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
_The.Supplement
The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours |
of past 30 days |
of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019 |
of 2020 |
of 2021 |
of 2022 |
of 2023 |
of 2024 |
of 2025
Syndication Of A-Infos - including
RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups
(it) Italy, UCADI #199 - Il sacco delle città: Milano come tante (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 10 Sep 2025 08:49:48 +0300
Mentre l'ennesimo scandalo milanese scuote il paese, a preoccupare non
dovrebbe essere tanto la questione giudiziaria quanto piuttosto l'idea
di città che questo modus operandi sottende. La gestione del territorio,
insieme alla progettazione di un nuovo e moderno modello urbano, ha
costituito uno dei fiori all'occhiello dell'elaborazione culturale,
volta a definire le strategie di trasformazione e di governo della
città, delle forze politiche della cosiddetta sinistra storica
caratterizzandone le sue politiche sociali. Ciò che è stato realizzato,
ed ancora si sta realizzando, rappresenta il tradimento da parte della
sinistra di quei modelli di riferimento che i padri dell'urbanistica
moderna (Atengo, Samonà, Detti, ecc.) dal dopoguerra fino agli anni
ottanta hanno elaborato. L'ideologia della deregulation unita al fascino
dell'interesse della economia di mercato ha prodotto quella idea di
città che la "sinistra" ha oggi fatto propria e condivide, costituendo
una delle ragioni che allontanano il consenso da quello che dovrebbe
essere il suo elettorato di riferimento, espressione dei suoi interessi
in quanto e nella misura in cui svuota dalla popolazione autoctona la
città, espellendola verso nuove aree.
Quando l'urbanistica era espressione di una rigorosa disciplina
ideologica, si occupava di studiare lo sviluppo della città in un'ottica
di classe, usava farsi carico che fossero garantiti gli obiettivi
sociali dello sviluppo urbano, assicurato il mantenimento e lo sviluppo
del verde pubblico, che non si svuotassero i centri storici per effetto
della speculazione edilizia e che fosse garantito uno sviluppo
equilibrato che mantenesse la presenza delle diverse figure sociali
degli abitanti, in modo da fare del tessuto cittadino un corpus vivo,
capace di esprimere appartenenza e identità, mantenendo le specificità
dei centri storici.
Viceversa, per ragioni non solo meramente speculative, si è affermata
un'idea di città "efficientizzata", che si caratterizza per l'espulsione
dai centri storici e dalle zone fortemente identitarie della popolazione
più debole, che viene respinta sempre più verso le nuove aree esterne,
trasformando il centro della città in un ambiente dedito prevalentemente
alla speculazione e all'attività turistica, costellato di B&B, deprivato
di attività produttive, dei cosiddetti negozi di vicinato, della bottega
del piccolo artigiano, al fruttivendolo, al piccolo supermercato, al
fornaio, e soprattutto sopprimendo i luoghi di aggregazione, costituiti
dalle librerie, dai caffè storici, dai luoghi di ritrovo a carattere
culturale, privilegiando il fiorire di ristoranti e paninoteche,
trasformando il centro città in un gigantesco fast food, aperto 24 ore
su 24 per soddisfare le rapaci esigenze del turista, facendo delle
piazze dei bivacchi a cielo aperto, frequentate in prevalenza da
emarginati sociali.
Questa città è diventata la base elettorale dei partiti di sinistra che
sono diventati quelli della ZTL.
Milano è oggi, e non a caso una, delle tre città in Europa, insieme a
Monaco e Amsterdam ad avere uno dei maggiori indici di sviluppo
urbanistico, nel quale l'espulsione degli abitanti verso la periferia è
più massiccia ed evidente.
Inutile dire che è finito il tempo dei vecchi palazzinari che facevano
della speculazione edilizia, della costruzione di case per il ceto medio
l'oggetto del loro business, perché a dirigere la trasformazione e a
gestire l'affare sono grandi gruppi economico finanziari che, nascosti
dietro l'anonimato, investono in gigantesche speculazioni i loro capitali,
investono per ricavare uffici di rappresentanza e loculi abitativi senza
la possibilità di discutere nelle sedi pubbliche delle scelte
urbanistiche e degli effetti che queste hanno prodotto sul piano sociale
e sull'assetto strutturale della città. A Milano la sostituzione del
piano attuativo con la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio
Attività) non è un tecnicismo, ma è la sostanziale rinuncia alla
progettazione urbanistica, è la perdita del potere di controllo da parte
del Comune e del Consiglio Comunale su infrastrutture, verde pubblico,
servizi, mobilità, per favorire la costruzione di palazzi più alti e più
voluminosi, con meno vincoli paesaggistici e ambientali, e cioè più
profitto per i costruttori, meno qualità per i cittadini.
E dovrebbe far riflettere molto la sciagurata legge denominata Salva
Milano, purtroppo approvata alla Camera anche dal PD, ora ferma al
Senato, dove si spera rimanga seppellita. Si tratta di una norma di
interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia, che
sarebbe stata applicabile in tutto il territorio nazionale, addirittura
anche retroattivamente. In essa si prevedeva l'estensione della
definizione di "ristrutturazione edilizia", considerando
"ristrutturazione" anche le demolizioni e ricostruzioni con sagome,
volumi e altezze completamente diversi dagli edifici preesistenti,
purché in ambiti "edificati e urbanizzati".
In questa ottica competitiva il fattore tempo gioca un ruolo essenziale,
tanto da condizionare e stimolare il successo dell'investimento, e
perciò occorre agire con immediatezza, efficienza ed efficacia, senza
frapporre ostacoli alle pastoie burocratiche che possono essere
frapposte all'attività immobiliare, bypassando i tempi lunghi per
autorizzazioni e permessi, per ottenere le autorizzazioni edilizie
necessarie. Ecco spiegato il sistema nemmeno tanto raffinato, delle
consulenze, che è solo uno degli espedienti possibili per remunerare
l'aggiramento dei tempi derivanti dalle attività
autorizzative. Se a ciò si aggiunge la massimizzazione
nell'utilizzazione delle aree e degli spazi disponibili, moltiplicando i
volumi si coglie la portata e le caratteristiche della speculazione in atto.
Se i giudici e il diritto sono interessati a questo aspetto
dell'attività edilizia, che potrebbe avere delle implicazioni criminali
o essere semplice espressione di un clima di scambio di favori e di
influenze tra amministratori e costruttori, a noi non interessa. Dal
punto di vista politico, interessa invece la ricaduta che una tale
politica edilizia ha sull'assetto della città, sui suoi abitanti e sul
ruolo sociale delle popolazioni, sulla qualità del vivere, perché
proprio l'estraneità dei cittadini alla città costituisce il
sottoprodotto di tale modus operandi ed è la causa del profondo disagio
delle popolazioni e del distacco sempre maggiore tra gestori politici
della città e i cittadini elettori. La realizzazione nel centro abitato
di complessi residenziali integrati, uffici di rappresentanza e micro
residenze hanno dato vita di fatto a dei fortilizi securitari che
garantiscono i residenti.
A questi aspetti del problema dedicheremo nei prossimi numeri una serie
di articoli. Nel frattempo ci limitiamo a sviluppare alcune considerazioni.
Il centro storico della città, sovente ridotto ad apparato museale,
costituisce la vetrina nella quale la città si specchia. Nelle sue vie
si si organizza la movida e quell'insieme di attività sociali effimere
che fanno dalla città la vetrina del progresso e del saper vivere. La
scelta di molte città di esternalizzare verso la periferia le strutture
culturali e soprattutto quelle universitarie ha portato con sé la
delocalizzazione del tessuto sociale, costituito dalla popolazione
studentesca che, coinvolgendo i giovani avrebbe dovuto contribuire a
vitalizzare le attività culturali e partecipative.
A questa delocalizzazione non ha corrisposto la realizzazione di
studentati e l'aumento dell'offerta di soluzioni abitative per la
popolazione studentesca che si insediava sul territorio, Anzi l'aumento
della richiesta di abitazioni, ancorchè fatiscenti, ha fatto aumentare
la competitività tra la popolazione esternalizzata, proveniente dal
centro città e la richiesta di alloggi proveniente dall'utenza
aggiuntiva, quella studentesca, producendo un aumento spropositato del
prezzo degli immobili, sia in proprietà che in affitto. L'assenza di una
politica abitativa a carattere sociale (cosiddetto social housing) e una
assoluta noncuranza per la gestione del patrimonio abitativo pubblico,
hanno fatto il resto, creando una situazione invivibile nelle periferie
delle grandi città e, tra queste, Milano. Una gestione politica non
asservita alle logiche del "mercato" ma avveduta ed attenta ad un uso
corretto del territorio avrebbe dovuto capirlo ed, a fronte di movimenti
come quelli studenteschi, che facevano del loro attendamento nelle
pubbliche piazze e nei giardini pubblici un'occasione di denuncia
pacifica e civile delle condizioni di disagio vissute dai giovani utenti
dei servizi universitari, avrebbe dovuto agire per tempo in modo
politicamente responsabile per un governo della città, realizzando
interventi mirati che invece sono stati del tutto assenti o comunque
segnati da forti ritardi.
Questo quando non c'è di più e di diverso perché spesso i pensionati
universitari realizzati sono riservati a studenti facoltosi e di fatto
ad una parte privilegiata di essi che costituiscono la fascia ricca e
facoltosa degli utenti dei servizi universitari, che approfittano della
qualità della formazione universitaria offerta dalla città per
usufruirne, posto che in Italia l'istruzione universitaria è ancora
pressoché gratuita.
Alla carenza di interventi abitativi si aggiunga il disagio derivante da
una rete di servizi lacunose e insufficiente che rende proibitivi i
tempi e i costi di trasporto per i lavoratori esternalizzati dal centro
della città e che di fatto trasforma i quartieri periferici in dormitori
privi di servizi e di attività ricreative, alimentando la
terziarizzazione del centro città come luogo da aggredire per la movida
e da abbandonare, dopo scorribande ed incursioni da parte di una
popolazione di fatto estranea al tessuto cittadino.
Cresce il degrado
Questo riassetto, questa delocalizzazione funzionale della popolazione
comporta una ristrutturazione urbanistica e del territorio che si
caratterizza per la riduzione degli spazi pubblici e collettivi, per la
trasformazione del verde pubblico in mero arredo urbano, spesso
realizzato con materiali sintetici ed escludendo la presenza della
natura (istallazione di falsi prati sul selciato, fioriere ed alberi
piantati nella torba, a formare del pseudo verde, dei pseudo giardini).
Non ci si deve stupire se in un ambiente così disumanizzato i cittadini
vivono una situazione di profondo disagio, di estraneità, subiscono la
città che peraltro diviene invivibile, invasa dalle polveri dei tanti
lavori, sconvolta per la viabilità dissestata, frutto di scelte
ondivaghe e di ripensamenti relativi sull'organizzazione del traffico
cittadino, e tutto questo mentre l'insieme degli interventi si riflette
nell'aumento dei costi per vivere e abitare.
Mentre tutto questo avviene prevale un senso di profonda estraneità,
frustrazione e rassegnazione perché ci si rende conto di non avere
strumenti per intervenire e per condizionare, anche se in misura minima
la gestione del territorio perché esso assuma una dimensione più umana e
vivibile. Ogni discontinuità tra le attività di Amministrazioni che si
avvicendano nella gestione del territorio scompare e a prevalere è una
continuità che è lo specchio della persistenza degli interessi economici
e speculativi che presiedono alla gestione del territorio.
Tonino Coscarella
https://www.ucadi.org/2025/07/27/il-sacco-delle-citta-milano-come-tante/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
- Prev by Date:
(en) Italy, FAI, Umanita Nova: News from August 2 in Contrada Ulmo: "Police State and Resistance to MUOS" (ca, de, it, pt, tr)[machine translation]
- Next by Date:
(it) France, OCL CA #352 - Grande Fratello: Cronache di Controllo e Repressione; Mercoledì (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
A-Infos Information Center