|
A - I n f o s
|
|
a multi-lingual news service by, for, and about anarchists
**
News in all languages
Last 40 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Our
archives of old posts
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Catalan_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
_The.Supplement
The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours |
of past 30 days |
of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019 |
of 2020 |
of 2021 |
of 2022 |
of 2023 |
of 2024 |
of 2025
Syndication Of A-Infos - including
RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups
(it) Italy, FAI, Umanita Nova #17-25 - Santa anarchia? No, grazie! (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Mon, 21 Jul 2025 07:35:58 +0300
Incuriosita dal titolo - Santa Anarchia! Demolire il dominio, dare corpo
alla comunità, amare lo straniero - ho acquistato e letto il volume di
Graham Adams (Bologna, EDB, 2025). Mi sento in dovere di sconsigliarlo
caldamente e di mettere in guardia compagni e compagne affinché non
commettano lo stesso duplice errore che ho fatto io. O, per lo meno,
scelgano di farlo con piena consapevolezza. Il libro si è rivelato una
lettura oggettivamente faticosa, appesantita tra l'altro da uno sviluppo
delle riflessioni discontinuo, frammentario, poco sistematico e, nel
contempo, ridondante. Ogni capitolo - otto in tutto - si apre con un
passo biblico (a volte anche due, per non farsi mancare nulla). Ma è
l'intero testo che trabocca di linguaggio biblico, rimandi scritturali e
immagini da catechismo illustrato. È questo il monocorde mondo
concettuale in cui l'autore si muove, pensa e si esprime: un universo
teologico in cui l'anarchia promessa nel titolo si dissolve tra salmi e
invocazioni. A intervallare il tutto ci sono infatti ben 17 inni - sì,
proprio inni: preghiere, canti di lode, suppliche - tutti rigorosamente
composti dall'autore. Il risultato? Un libro profondamente religioso,
teologico e biblico. Ma ben poco anarchico.
Non viene citato neanche uno dei classici teorici dell'anarchismo:
niente Bakunin, Proudhon, Malatesta, Goldmann, Kropotkin, Reclus.
Nessuno. Nemmeno Tolstoj! Zero. L'unico a fare una fugace comparsa -
relegato in ben quattro note a piè di pagina - è Jacques Ellul. I veri
riferimenti teorici dell'autore? Due teologi contemporanei: il suo
diretto maestro, l'anglicano britannico Andrew Shanks, e John Caputo,
statunitense di formazione cattolica e fondatore della cosiddetta
"teologia debole". Manca, insomma, qualunque confronto con la tradizione
filosofica anarchica: durante la faticosa lettura ho avuto l'impressione
di essere stata ingannata e sequestrata, costretta a seguire
controvoglia un seminario di teologia postmoderna. Nelle quasi trecento
pagine non vi è il minimo tentativo di dialogo con il pensiero
libertario. Solo il titolo è, purtroppo, un'efficace esca. Per altro
l'espressione "Santa Anarchia!", con la specificità del punto
esclamativo, si ispira, come espressamente dichiarato dall'autore, a
Robin, l'assistente di Batman (a p. 19 del libro). Questi sono i solidi
riferimenti teorici dell'autore.
L'autore compie un'operazione di makeover teologico, appropriandosi del
termine anarchia per trovare un linguaggio migliore e dare una
rinfrescata all'espressione "Regno di Dio". Evidentemente, "re",
"regno", termini con chiara accezione di genere e verticista, non hanno
un grande appeal oggi, così si parte alla caccia di sinonimi più
accattivanti e di maggiore presa. Del resto, "il linguaggio della
sovranità, del controllo e del governo è completamente inadeguato",
scrive Adams (p. 32).
Il cuore della proposta è, sostanzialmente, un rebranding: via "Regno di
Dio", avanti "Santa Anarchia!" - perché anche l'anteriore proposta di
sostituire "Regno di Dio" con "famiglia di Dio" suona ormai un po'
troppo da bollettino parrocchiale. L'importante è, quindi, aggiornare il
packaging. Ma la sostanza resta quella: si parla ancora di adesione e
obbedienza a Dio. Altro che anarchia. (cfr. "Che sia sacra o santa, il
punto è che la vera anarchia è divina: è una condizione, uno stato di
cose o una realtà in cui si compie la volontà di Dio", p. 32). A un
certo punto l'autore arriva perfino a identificare la "Santa Anarchia"
con la resurrezione di Gesù (pp. 257-258).
L'autore tenta poi di riformulare anche l'immagine di Dio, descrivendolo
come divinità che agisce attraverso una "straordinaria debolezza"
(capitolo IV). Adams cerca inoltre di conciliare questa visione con
l'evoluzionismo darwinista, presentando Dio come un essere incompiuto,
in continuo divenire e dinamico. Allo stesso tempo, si impegna a
districarsi tra le diverse esperienze - tanto storiche quanto
contemporanee - in cui il cristianesimo non è stato soltanto complice o
collaboratore, ma componente fondamentale e attiva nelle strutture di
potere, dominio e oppressione (ad esempio, il colonialismo). Come se non
bastasse, nel volume, il termine anarchia viene nel contempo spesso
usato come sinonimo, seppur in senso positivo, di disordine,
incompiutezza, mescolanza, confusione e persino impurità (p. 25).
Tuttavia, si trascura il fatto che, secondo Proudhon, "l'anarchia è
l'ordine senza potere", e per Reclus "l'assenza di governo, l'anarchia,
è la più alta espressione dell'ordine". Ma ho il forte sospetto che
l'autore ignori anche queste formulazioni, che pur rappresentano l'abc
del pensiero anarchico.
Adams, che spesso indugia su dettagli biografici ed episodi quotidiani
da cui pretende di poter trarre grandi rivelazioni teologiche, è pastore
di una chiesa cristiana congregazionalista inglese. Nel volume egli
parla di solidarietà, di reciproca ospitalità, di "bambinità", di
vicinanza empatica, sollecita l'apertura verso le esperienze, il dolore
e le potenzialità degli altri (p. 185). Invoca uno "spazio in cui si
possano ascoltare i lamenti delle persone" (p. 182). Tutto
condivisibile. Il problema è però che evita completamente di affrontare
nella prassi le soluzioni e, nello specifico, il tema della proprietà: e
della gestione delle risorse e dei mezzi di produzione. Propone
genericamente concetti come "il palmo aperto", "la verità in divenire",
"la scelta della debolezza", ma mai sostiene l'opzione nitida della
lotta o del conflitto. Anzi, si invita all'amore per i nemici (p. 242).
Non sorprende, quindi, che l'autore, in modo coerente ma forse poco
efficace, si affidi alla preghiera con la speranza che si realizzino i
suoi auspici sul mondo presente e sul mondo futuro (p. 208).
FT
https://umanitanova.org/santa-anarchia-no-grazie/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
- Prev by Date:
(en) UK, ACG, Jackdaw 22 - Free public transport: Fighting climate change and social inequality (ca, de, it, pt, tr) [machine translation]
- Next by Date:
(it) France, UCL AL #361 - Antipatriarcato - Consenso: la difficoltà di definire lo stupro (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]
A-Infos Information Center