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(it) Italy, UCADI #197 - Macelleria balcanica (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Tue, 1 Jul 2025 07:21:38 +0300
Dopo che per decenni l'Unione europea ha tenuto in stand - by e gli
Stati balcanici che chiedevano l'adesione ora la situazione sembra
avviata a sbloccarsi ed anzi si fa di tutto per orientare i paesi fino
ad ora dubbiosi e perplessi sull'opportunità di farne parte mettendo in
atto iniziative creando e sostenendo movimenti di opinione per
realizzare questo obiettivo. Questo rinnovato interesse si spiega con il
bisogno di carne fresca da macellare e con il timore che questi paesi
lasciati a sé stessi scelgano la Russia come polo d'attrazione. In
questo senso è emblematico il caso della crisi serba che l'Ue vuole
cavalcare per orientarla ai propri fini.
Corruzione e stato di diritto
In Serbia l'occasione per lo scoppio delle proteste è stata data dal
crollo di una pensilina nella costruenda ferrovia dell'alta velocità
Belgrado-Budapest, verificatasi a Novi Sad, nel quale hanno perso la
vita 15 persone, compreso un bambino di sei anni, e tre giovani sono
stati gravemente feriti. Tra le vittime identificate ci sono otto
cittadini serbi e un macedone. Il governo ha indetto un giorno di lutto
nazionale, mentre a Novi Sad i giorni di lutto sono stati tre. Nei
giorni successivi è esplosa la polemica sulle cause dell'incidente ed il
governo e gli enti preposti alle opere di ristrutturazione, nonché il
consorzio cinese che eseguiva i lavori, sono stati accusati di avere
violato le norme relative alla tutela della sicurezza sul posto di
lavoro, di corruzione nell'assegnazione degli appalti. Per accertare la
responsabilità la magistratura ha aperto due inchieste, una riguardante
in generale l'appalto dell'opera e l'altra relativa all'incidente
specifico verificatosi.
La frequenza con la quale i casi di corruzione rimangono impuniti, come
avvenuto con l'incidente ferroviario di due anni fa a sud della valle di
Tempi, in Grecia, nella regione della Tessaglia, dove due treni si
scontrarono provocando la morte di 57 persone e il ferimento di altri
180 passeggeri è rimasto nella memoria collettiva dei popoli balcanici e
così anche in questo caso la protesta è esplosa. Vi hanno preso parte
soprattutto gli studenti che denunciano la corruzione degli apparati
pubblici come causa di quando è avvenuto e l'incidente è stato preso a
pretesto per chiedere le dimissioni del governo. Ad organizzare la
protesta, i giovani soprattutto universitari.
Per comprendere quanto sta avvenendo occorre tenere conto di due
fattori: il primo è costituito dal fatto che l'incidente ha richiamato
l'attenzione sulla corruzione, creando un clima simile a quello
prodottosi in Italia a seguito dell'inchiesta mani pulite; la profonda
crisi economica che affligge il paese e che ha indotto molti giovani a
cercare nell'emigrazione la soluzione dei loro problemi, abbandonando il
paese, giudicando la situazione irrecuperabile. Tutte le energie della
società sono state assorbite nella lotta per il nazionalismo serbo e
costruzione della grande Serbia; la guerra ha lasciato le infrastrutture
del paese in uno stato di progressivo degrado, ha messo in crisi le
attività industriali e soprattutto l'agricoltura, lasciando crescere la
povertà e il disagio sociale.
A fronte di una crisi persistente dei partiti politici e delle
organizzazioni sociali, compresi i sindacati, la protesta ha assunto
caratteristiche spontanee, consentendo ad alcune ONG oggi operanti in
Serbia, di inserirsi nel tentativo di orientare la protesta che ha
assunto caratteristiche di massa. Oggi l'attività di queste
organizzazioni sostituisce quella dei gruppi giovanili dei partiti,
delle aggregazioni politiche di giovani, confondendosi con il ruolo
svolto dalle associazioni giovanili a carattere ludico, tanto che le
manifestazioni e le iniziative di protesta hanno assunto la
caratteristica di happenings di massa, gioiosi e festaioli, in altre
parole le caratteristiche di un movimento di opinione che persegue i
suoi obiettivi con iniziative, flash mob, produce gadgets, crea
consenso, non dimenticandosi di denunciare il disinteresse dei media
verso le parole d'ordine del movimento, la repressione da parte delle
forze di polizia delle manifestazioni, le restrizioni della libertà
della di stampa e di opinione, individuando come mandante il governo che
vuole in tal modo mantenere l'élite al potere e denunciando il fatto che
nessuno è stato punito per quanto avvenuto. Benché le inchieste non
siano terminate l'impunità dei responsabili ha indotto il movimento a
richiedere la democratizzazione delle istituzioni e la fine della
corruzione appellandosi alla tutela offerta dall'Ue in nome della tutela
dello stato di diritto e della liberalizzazione della società.
Nel tentativo di contenere le proteste il Presidente di centro destra
della Repubblica Vucic ha usato il guanto di velluto e ha proceduto ad
un rimpasto del governo per venire incontro al movimento di protesta,
cercando anche di stabilire un accordo con il Rettore dell'Università di
Belgrado, invano: con il passare del tempo in movimento si è
politicizzato, focalizzando le proprie richieste sull'adesione del paese
all'Ue, richiesta culminata nell'organizzazione di una biciclettata di
80 studenti a Bruxelles per chiedere il sostegno delle istituzioni
europee contro la corruzione.
La strumentalizzazione della Ue
Prontamente Ursula von der Stupid si è schierata a favore delle
richieste dei manifestanti, scoprendo improvvisamente l'urgenza
dell'adesione della Serbia sempre rinviata dall'Ue insieme a quella di
altri Stati balcanici. Su tanta sospetta e improvvisa disponibilità si
possono fare due ipotesi: la posizione della Serbia e di altri Stati
balcanici non del tutto contraria alle ragioni della Russia per il suo
intervento in Ucraina il che consiglia Bruxelles a cercare di sottrarre
questi paesi al più presto all'influenza russa, le iniziative di Russia
e Cina di utilizzare Belgrado come pied à terre per la penetrazione nei
Balcani orientali e in Europa. Non è un caso che la costruenda ferrovia
per l'alta velocità sia costruita e finanziata dai cinesi e colleghi
Belgrado a Budapest. Si tratta di un investimento strategico in
infrastruttura del governo cinese che consente alla via della seta di
raggiungere come terminale Budapest, dove Pechino intende realizzare
fabbriche per l'assemblaggio in territorio dell'Ue di macchine elettriche.
In questo nuovo scenario l'adesione della Serbia, del Montenegro, della
Bosnia, della Macedonia all'Ue, vincolerebbe questi paesi alle politiche
dell'Unione e fornirebbe con la propria popolazione giovane, e meno
giovane che ha conosciuto la guerra, almeno una parte di risorse umane
potenzialmente disponibili a fare da carne da macello in vista delle
prospettive guerrafondaie che animano i governi d'Europa. Siamo di
fronte a un nuovo tentativo di realizzazione sotto altra forma
l'auspicio hitleriano contenuto nel Mein Kampf, di utilizzare i popoli
balcanici ritenuti di razza inferiore rispetto a quella germanica per
fare da servi per le ben più nobili popolazioni centro-europee.
A Belgrado una rivoluzione arancione?
Per questi motivi vi è pericolo che quando sta avvenendo in Serbia possa
assumere le caratteristiche di una delle cosiddette rivoluzioni
arancione, ovvero di quei movimenti di opinione artatamente sviluppati
utilizzando l'azione di ONG dai finanziamenti opachi, create ad hoc,
prendendo a pretesto uno scandalo per corruzione o un episodio
particolarmente traumatizzante nella vita di un paese, per innescare
azioni di protesta contro il governo legittimo, al fine di
destabilizzarlo e produrne la caduta, attuando un riorientamento della
politica estera e della collocazione internazionale del paese,
unitamente al mutamento della classe politica al potere. Questa
strategia è stata adottata ad esempio in Ucraina provocando i fatti di
piazza Maidan e partendo dai disordini e dalle provocazioni nate a
latere di quell'evento, per innescare un processo di crisi del sistema
politico sfociato nel sovvertimento degli orientamenti politici generali
del paese.
Il movimento dei giovani serbi in lotta contro la corruzione sembra
essere giunto ad un bivio: deve scegliere se far crescere i suoi
contenuti libertari, imboccando la strada delle rivendicazioni sociali e
della difesa degli interessi di classe della popolazione o imboccare la
strada di quei fenomeni che hanno caratterizzato la nascita di movimenti
di protesta giovanile in Georgia e che hanno visto crescere ONG, anche
in Moldavia, a sostegno della sua adesione all'Ue, mentre un analogo
tentativo di dar vita ad organizzazioni similari in Russia, è stato
stroncato dall'adozione di una legge sulla registrazione delle ONG che
le obbliga a rendere note le loro fonti di finanziamento e a
considerarle organizzazioni straniere quando ricevono dall'estero
finanziamenti di non chiara provenienza superiori ad una percentuale
stabilita per legge.
Per approfondire: Edward S. Herman, Noam Chomsky, La fabbrica del
consenso, La politica e i mass media, il Saggiatore 2023; Sara
Teginella, Le guerre che ti vendono, Manipolazione e propaganda in
Ucraina e altrove, Dedalo 2025; ID., Il fronte degli
invisibili. La guerra d'Ucraina da una diversa prospettiva, Milano,
Exòrma, 2924; ID, Donbass, La guerra fantasma nel cuore d'Europa,
Exòrma, 2021. | Sara Reginella, Alfabetizzazione bellica,
https://www.youtube.com/watch?v=qzdEpqTTiLQ; Chiara
Nalli, I Balcani rischiano di esplodere,
https://www.youtube.com/watch?v=-CPa8VgN_bU.
G.L.
https://www.ucadi.org/2025/05/25/macelleria-balcanica/
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