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(it) Italy, FAI, Umanita Nova #6-25: La Grecia non è così lontana. A due anni dalla strage di Tempi (ca, de, en, pt, tr) [traduzione automatica]
Date
Thu, 10 Apr 2025 09:50:48 +0300
Non ricordo di aver mai visto Atene così. Questo è uno dei commenti più
diffusi online dopo la grande mobilitazione in Grecia per il secondo
anniversario della strage causata dal disastro ferroviario di Tempi. La
lotta dei familiari delle vittime, l'immensa partecipazione che ha
inondato le strade intorno al parlamento, la rabbia contro le
istituzioni responsabili della strage, la violenza brutale della
polizia, la determinazione di chi resiste strada per strada. Difficile
dire se nei numeri la mobilitazione sia stata più vasta delle grandi
manifestazioni contro le politiche di austerità che hanno circondato più
volte il parlamento greco tra 2011 e 2015. Certo il fuoco brucia ancora
sotto la cenere, non solo ad Atene.
Con uno sciopero generale e manifestazioni in tutta la Grecia il 28
febbraio è stato lanciato un messaggio chiaro che ha avuto eco in tutto
il mondo "Basta morti in nome del profitto". La mobilitazione culminata
nelle grandi piazze di Atene e Salonicco si è tenuta a due anni dalla
collisione tra un treno passeggeri e un treno merci, avvenuta in
Tessaglia nella valle di Tempi, che provocò 57 morti di cui uno disperso
e 180 feriti di cui 81 gravi. Il più grave disastro ferroviario mai
avvenuto in Grecia. Le impressionanti panoramiche dall'alto delle grandi
manifestazioni del 28 febbraio, e ancora di più le immagini delle
molotov contro la polizia schierata di fronte al parlamento ellenico in
Piazza Syntagma ad Atene, hanno fatto il giro del mondo. Come si dice
"hanno bucato lo schermo", aprendo una finestra su una vicenda di cui si
parla poco fuori dalla Grecia, certo perché tra i responsabili della
strage ci sono anche grandi aziende di casa nostra, come Ferrovie dello
Stato Italiane, che oltre a Trenitalia controlla anche Hellenic Train.
Il gruppo dopotutto controlla numerose importanti aziende di trasporto
ferroviario in Europa: in Spagna, Germania, UK, Francia e, appunto, in
Grecia. Sono infatti vicende che purtroppo conosciamo bene, sembrano
tutte uguali, in ogni paese. Si pensi alla strage del Moby Prince, alla
strage di Viareggio, alla strage del Ponte Morandi. Dicono che le norme
sulla sicurezza soffocano le imprese, ma poi a morire è sempre chi
lavora, chi si trova a bordo. Le indagini puntano sempre per prima cosa
all'errore umano. Solo se familiari e organizzazioni sindacali prendono
l'iniziativa, lottando con determinazione, allora anche la giustizia
istituzionale è costretta, a volte, a prendere in considerazione le
responsabilità dei vertici aziendali e delle istituzioni. Per ogni
vicenda ovviamente è importante ricostruire dinamiche e responsabilità,
ma la drammatica realtà sociale in cui avvengono questi "incidenti", è
sotto gli occhi di tutti: sono stragi che potevano essere evitate,
provocate dalla ricerca del massimo profitto e dalla naturale
disorganizzazione del sistema statale. Infatti, al di là della
rappresentazione mediatica degli scontri di piazza, non c'è niente di
eccezionale in quello che avviene in Grecia. La situazione del trasporto
ferroviario in Italia non è certo migliore, anche considerando le
differenze tra i due paesi, come purtroppo testimoniano i numerosi
"incidenti" degli ultimi anni.
Per la strage di Tempi si erano inizialmente avviate quattro inchieste,
due sono state accorpate, delle tre rimaste, solo una ha già avuto un
primo risultato. Tribunale Amministrativo di Prima Istanza di Atene il 1
febbraio scorso si è pronunciato a favore dei familiari di un
controllore rimasto ucciso nel disastro. Sia OSE, l'azienda di proprietà
dello stato ellenico che gestisce la rete ferroviaria, sia la Hellenic
Train, controllata da Ferrovie dello Stato Italiane, gestore del
servizio di treni merci e passeggeri, sono state condannate a risarcire
la famiglia della vittima con 800 mila euro, perché entrambe sono
ritenute responsabili di non aver garantito la sicurezza. In
particolare, il giudice ha scritto che "Hellenic Train non ha garantito
che un sistema di comunicazione essenziale che collega capistazione,
conduttori e controllori del traffico (ferroviario) fosse pienamente e
continuamente in funzione durante il viaggio dei treni che noleggia e
utilizza per le sue esigenze, il che riguarda la circolazione sicura
sulla rete della seconda imputata, OSE S.A., che controlla
l'infrastruttura ferroviaria". Una sentenza importante, perché
riconosce, almeno in sede amministrativa, le carenze in materia di
sicurezza e le responsabilità aziendali. In base al cosiddetto contratto
717, grande progetto di adeguamento infrastrutturale, siglato nel 2014 e
prorogato illegalmente ben 7 volte, sulla linea avrebbe dovuto essere
installato dal 2016 il sistema di sicurezza European Rail Traffic
Management System (ERTMS) che avrebbe potuto prevenire l'incidente. Lo
stesso sistema su cui si sono abbattuti nel 2023 in Italia 500 milioni
di tagli del governo Meloni e del Ministro dei Trasporti Salvini.
Lo stesso sistema su cui si sono abbattuti nel 2023 in Italia 500
milioni di tagli del governo Meloni e del Ministro dei Trasporti Salvini
Alla vigilia dell'anniversario della strage di Tempi è stato pubblicato
un report di 178 pagine della Organization for the Investigation of Air
and Rail Accidents and Transport Safety (EODASAAM) che ha attribuito la
responsabilità del disastro a errori umani, infrastrutture obsolete e
gravi carenze sistemiche. Una perizia indipendente richiesta dai
familiari delle vittime, che peraltro evidenzia come l'esplosione
"fireball" [incendio che si ha a seguito dell'innesco immediato di una
certa massa di aerosol infiammabile] avvenuta nel corso dell'incidente
non fosse possibile stando alle merci ufficialmente trasportate.
L'inchiesta deduce quindi che doveva esserci un trasporto illegale di
combustibile sul treno merci. Certo è che fin da subito le autorità
hanno fatto di tutto per insabbiare il caso, rimuovendo 300 metri cubi
di terra dal luogo del disastro e sostituendola con ghiaia, non
prendendo le misure necessarie per proteggere prove importanti come le
riprese delle telecamere di sicurezza o per assicurarsi che non
venissero svolte le autopsie. Di questo insabbiamento è considerato
responsabile il governo guidato da Mitsotakis. Per questo le piazze si
sono riempite con rabbia e determinazione ad Atene e Salonicco, dove era
presente in modo organizzato l'APO, federazione di collettivi anarchici
che aderisce all'IFA, che scrive in un comunicato "Ciò che è accaduto a
Tempi è stato un omicidio premeditato i cui colpevoli sono lo Stato
greco e il capitale privato". Migliaia hanno manifestato in circa 250
altre località in Grecia, ma anche in decine di città in Europa e non
solo. C'è stata una manifestazione a Novi Sad, in Serbia, da cui è
partito, dopo il crollo lo scorso novembre della pensilina della locale
stazione dei treni che ha provocato 15 morti, un imponente movimento
studentesco antigovernativo che attraversa tutto il paese. Anche là il
28 febbraio uno striscione riportava "Lo stato e il capitale uccidono".
Dario Antonelli
https://umanitanova.org/la-grecia-non-e-cosi-lontana-a-due-anni-dalla-strage-di-tempi/
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