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(it) Italy, Sicilia Libertaria #456 - PINOBERTELLI - Megalopolis (2024), di Francis Ford Coppola (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Thu, 20 Mar 2025 08:29:37 +0200
Il cinema hollywoodiano (plagiato male a ogni angolo della Terra) è una
puttana senza marciapiede... e Francis Ford Coppola è il suo profeta...
fatti salvi Non torno a casa stasera (1969), La conversazione (1970),
Peggy Sue si è sposata (1986), film dove Coppola riesce a costruire uno
spaccato del sogno americano naufragato nei deserti delle necessità e
intessuto nella coscienza del presente... il regista coronato di Oscar e
autore di film tra i più sopravvalutati della storia del cinema, come la
saga de Il padrino (1972-1990), Apocalypse Now (1979) o Dracula di Bram
Stoker (1992)... si è misurato con la favola distopica di Megalopolis e
consegnato alla mediocrità del cinema liquido la sua merce più effimera.
Quando si fa del genio occorre avere la follia del genio, non del culto
della merce dispensata dei padroni dell'immaginario.
Megalopolis racconta le allucinazioni di New Rome, una New York moderna
integrata nella Roma antica... in mezzo ai grattacieli c'è un Colosseo,
bighe e combattimenti di lotta libera... la città è governata da
un'élite di famiglie patrizie che godono di tutto e i poveri "romani"
vivono in miseria. L'architetto Cesar Catilina ha vinto il premio Nobel
per aver inventato il Megalon, un materiale resistente al tempo, e
riesce persino a fermarlo... è una delle personalità che dominano la
città... un alcolizzato, immerso nei sensi di colpa per il suicidio
della moglie e per il quale era stato indagato dal corrotto procuratore
distrettuale Francis Cicero, ora sindaco di New Rome... Cicero cerca di
contrastare la nuova urbanizzazione della città dell'architetto,
utilizzando il Megalon, e fondare invece un grande casinò... il
miliardario Hamilton Crasso III vuole aiutare il nipote Catilina a
realizzare il suo progetto... l'altro nipote del banchiere è Clodio, un
infausto depravato, innamorato della figlia di Cicero, Julia.
La giovane amante di Catilina, Wow Platinum, una showgirl, lo lascia
perché troppo preso dal suo lavoro e dal ricordo della moglie...
l'architetto e Julia si conoscono in una diretta televisiva con Cicero e
diventano amanti. Wow sposa l'anziano Crasso III... Clodio cerca di
sottrarre la banca allo zio... manipola un video in cui Catilina fa
sesso con una cantante minorenne... Cicero fa arrestare l'architetto ma
si scopre che la ragazza ha ventitré anni e viene liberato. Intanto un
satellite sovietico si schianta sulla Terra e distrugge una parte di New
Roma. Catilina, con la ricchezza della famiglia, inizia a costruire
Megalopolis sulle rovine della città... in una conferenza stampa
sostiene che i suoi intenti architettonici/artistici sono volti alla
realizzazione di un mondo migliore... ma la povertà nelle strade
aumenta, Clodio si erge a leader populista e incoraggia i comuni romani
a opporsi al grandioso progetto di Magalopolis.
Julia rimane incinta di Catilina e porta il padre a vedere il cantiere
di Megalopolis... l'utopismo dell'architetto non l'impressiona e gli
chiede di lasciare Julia. Nasce la figlia di Catilina e Julia, Sunny
Hope. Wow cerca di costringere Catilina a rompere con Julia e
sposarla... congela il contro alla banca Crasso e convince Clodio a
circuire Crasso III affinché gli ceda il controllo delle sue attività...
il banchiere scopre il doppio gioco del nipote e ha un forte malore...
Clodio assume un assassino e fa uccidere Catilina... i medici gli
ricostruiscono il cranio con il Megalon e lo riportano in vita.
I sostenitori di Clodio danno inizio a una rivolta e tentano di
assaltare Megalopolis e il municipio... Clodio e Wow scherniscono
Crasso III ormai costretto a letto... il vecchio banchiere imbraccia una
balestra, uccide Wow e ferisce Clodio. Catilina e Cicero si alleano
contro i rivoltosi... Catilina fa un discorso alla folla sul
raggiungimento di una città più bella per tutti, la gente si ribella a
Clodio e lo impicca a testa in giù. Crasso III supporta il finanziamento
di Megalopolis... alla vigilia di Capodanno Catilina e Julia fermano il
tempo e si scopre che Sunny Hope è l'unica a non essere influenzata da
tale potere: il futuro debutta sulla nascita di una città nelle mani di
un banchiere, un sindaco e un architetto, tutti membri della medesima
famiglia... ora i padrini sono tre (forse Coppola ha subito una qualche
fascinazione mafiosa in tenera infanzia?!)... un'oligarchia perfetta...
e i poveri, gli spettatori, i complici?... a loro basta obbedire
religiosamente agli idoli della contemporaneità e allinearsi sulle
macerie della libertà di pensiero, per essere condannati alla felicità
imposta.
Che dire?... a questo punto si resta stupefatti di un tale
minestrone-fantasy che si scoppia a ridere su un canapè di vocaboli
dell'idiozia o siamo offesi dalla mistica dell'imbecillità che ci
suscita di piazzare una bomba-carta nel cinema... e andare a parlare con
un barbone avvinazzato sulla malinconia degli usignoli nei giardini
pubblici, che forgiano i loro ineguagliabili canti su una rosa che
sboccia nella pioggia di maggio.
Cominciamo dal fondo... per finanziare Megalopolis, Coppola vende un po'
di vigne della sua azienda in California e racimola 120 milioni di
dollari, dice... una cifra che sarebbe sufficiente per buttare fuori i
fascisti israeliani dalla Palestina... dentro il film c'è tutto...
Metropolis (1927) di Fitz Lang, L'Atlantide (1932) di Georg Wilhelm
Pabst , La vita futura (1933) di William Cameron Menzies, La fonte
meravigliosa (1949) di King Vidor... le idee del controverso urbanista,
funzionario, politico, Robert Moses (responsabile della ristrutturazione
di New York tra il 1930 e il 1970)... Coppola c'infila alla buona anche
Shakespeare, Hobbes, Voltaire, Goethe, Freud, Marco Aurelio... e James
Bond, Batman, Paperopoli, Topolinia, Broadway... tutto fantasmato
nell'opulenza scenografica di Beth Mickle e Bradley Rubin, nella
fotografia da videogiochi di Mihai Malaimare Jr., nel montaggio
incongruente di Cam McLauchlin, Glen Scantlebury, Robert Schafer e,
insieme alle musiche di Osvaldo Golijov e Grace Avery VanderWaal,
insaccano il film in un'estetica della fatalità che sfocia in una
macelleria estatica più vicina ai santi e agli assassini che alla lebbra
eversiva dei poeti maledetti della macchina/ cinema. Il cinema merita di
essere vissuto solo per le delizie che fioriscono dai suoi disfacimenti.
L'architettura filmica di Coppola è il lungo spot pubblicitario di un
giocattolaio di fantascienza, una sorta di Eden forgiato sulla felicità
degli stolti... l'attorialità di Adam Driver, Giancarlo Esposito,
Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia Saide LaBeouf, Jon Voight, Jason
Schwartzman, Talia Shire, Grace Avery VanderWaal, Laurence Fishburne,
Kathryn Hunter, Dustin Hoffman... è una passerella da museo delle
cere... tutti sembrano trovarsi lì per caso... cadaveri rassegnati alla
sepoltura dello spirito... galleggiano in un film a perdere, con la
predilezione di suscitare clamori e consensi al botteghino... sembrano
più scemi di un politico che adula le folle alla pace e poi si fa
complice dei mercanti d'armi che foraggiano il suo governo. Una cosa è
scoprire il cinema attraverso il Nulla e un'altra cosa scoprire il
Nulla attraverso il cinema.
Megalopolis è una storia sovraccarica di pretesti, vanità, nichilismo
postmoderno che precipita nell'aureola dell'economia finanziaria, nella
preghiera utilitarista e nella corruzione politica piegati ai lezzi
della società spettacolare, dove i ricchi saranno sempre più ricchi e i
poveri più impoveriti. L'orizzonte funebre dei colori, dei suoni e dei
dialoghi esonda in un infinito quotidiano che prelude a nuovi dèi e a
untori che rimediano a tutti i peccati dell'uomo e li appendono come
bare agli sportelli di banca e alla tirannia del profitto... solo un
eterno sovvertimento degli istanti struccati può allontanarci
dall'autunno delle categorie e rendere vedovi i modelli della vita...
per non impazzire di delusione, occorre scegliere tra l'assassinio e il
sogno, essere più sinceri degli angeli e lavorare come talpe illuminate
dalla resurrezione del disgusto, al rovesciamento di un mondo rovesciato.
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