A - I n f o s

a multi-lingual news service by, for, and about anarchists **
News in all languages
Last 40 posts (Homepage) Last two weeks' posts Our archives of old posts

The last 100 posts, according to language
Greek_ 中文 Chinese_ Castellano_ Catalan_ Deutsch_ Nederlands_ English_ Français_ Italiano_ Polski_ Português_ Russkyi_ Suomi_ Svenska_ Türkçe_ _The.Supplement

The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_ Deutsch_ Nederlands_ English_ Français_ Italiano_ Polski_ Português_ Russkyi_ Suomi_ Svenska_ Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours | of past 30 days | of 2002 | of 2003 | of 2004 | of 2005 | of 2006 | of 2007 | of 2008 | of 2009 | of 2010 | of 2011 | of 2012 | of 2013 | of 2014 | of 2015 | of 2016 | of 2017 | of 2018 | of 2019 | of 2020 | of 2021 | of 2022 | of 2023 | of 2024

Syndication Of A-Infos - including RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups

(it) Italy, UCADI #190 - Elezioni USA (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Wed, 6 Nov 2024 07:44:08 +0200


A meno di una settimana dal voto tutti i sondaggi riferiscono che i due candidati raccolgono la stessa percentuale di voti e che quindi l'esito del finale dello scontro è estremamente incerto. I sondaggi avvengono mentre si è già votato per corrispondenza più che in ogni altra elezione e quindi vi è il fondato sospetto che registrino quanto è già avvenuto. Questo pareggio nella raccolta del consenso appare uniforme in tutti gli Stati e ciò costituisce un elemento di perplessità e sospetto, come se da parte dei media si facesse di tutto per ritardare ogni notizia sull'esito finale del voto, a fronte dell'incertezza su quello che succederà ad opera dei due contendenti. Quel che è certo è che comunque Trump accetterà difficilmente di ammettere la sua eventuale sconfitta e griderà ancora una volta al voto truccato e alla vittoria rubata. Certo i suoi poteri reali dipenderanno da chi controllerà la Camera e il Senato e se ciò potranno costituire un contrappeso. In ogni caso è certo che il giorno dopo non sapremo chi ha vinto, perché il conteggio dei voti e soprattutto la verifica sulla sua regolarità richiederanno molti giorni, procedure farraginose e complesse, lasciando il paese nell'incertezza. Vi è tuttavia una differenza con le passate elezioni, perché questa volta alla Casa Bianca siede ancora Joe Biden e spetterà a lui assicurare e garantire il rispetto della transizione verso la nuova amministrazione, per cui sarà pressoché impossibile che bande di sostenitori di Trump, grazie alla complicità delle forze dell'ordine, possano percorrere le vie della capitale, preparandosi ad un nuovo assalto a Capitol Hall.
Il sostanziale equilibrio della vigilia tra i due candidati si spiega per il fatto che il paese è effettivamente spaccato in due dal punto di vista economico, sociologico, della composizione di classe, e ciò ha effetti innegabili e inevitabili sul voto. La distribuzione del consenso è cambiata non solo perché Trump ha distrutto il vecchio partito repubblicano, facendone un partito personale di stampo populista, ma soprattutto perché le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini del paese sono profondamente cambiate. La ristrutturazione dell'economia del paese, il decentramento produttivo, lo smantellamento dell'industria tradizionale, la deindustrializzazione di molti territori, ha distrutto le basi di riferimento della classe operaia, tradizionalmente legata al partito democratico, ha creato una vasta categoria di nuovi poveri, al punto che molti di costoro oggi votano il partito repubblicano per esprimere un voto di protesta, un vuoto anti-istituzionale, che paradossalmente viene dato al candidato più istituzionale tra i due e cioè Donald Trump, che è l'espressione vivente ed operante di un capitalismo rampante e senza remore morali, senza regole, spregiudicato, che ha massacrato la classe operaia e i suoi diritti. Succede così che almeno una larga parte del voto operaio si somma a quello delle Chiese evangelicali, del paese profondo, delle campagne e delle periferie. A rinforzare le fila dei repubblicani trumpiani concorre il risentimento e la paura degli emigrati latinos. recentemente divenuti cittadini statunitensi, che vedono insidiata la loro posizione da una massa enorme di migranti illegali, guardati con simpatia e solidarietà dalla componente più acculturata del paese che fa delle politiche di accoglienza uno dei propri caratteri distintivi e che ha come punto di riferimento il partito democratico. A ciò si aggiunga, come rilevato da alcuni sondaggi, la perplessità di molti elettori neri maschi i quali esprimono diffidenza verso una candidata donna. anche se questa raccoglie il consenso di molte donne, in ragione della sua posizione per quanto riguarda l'aborto e la libertà del corpo della donna.
Ma a condizionare in modo decisivo il voto contribuisce fortemente la crescita dell'inflazione che supera ampiamente il 10%. il che fa pensare semplicisticamente all'elettore che la sua situazione era migliore durante la gestione trumpiana e questo anche se l'economia statunitense non è mai stata così florida. Gli Stati Uniti, sono riusciti a sganciare l'economia europea dalle forniture energetiche della Russia, grazie alla guerra d'Ucraina e a mettere in crisi la concorrenza tedesca ed europea. Da parte sua, Trump, può dare per acquisito questo risultato e farsi alfiere di una stregua opposizione alla Cina chiedendo al paese di concentrare l'attenzione sullo scacchiere asiatico e continuare a contrastare l'Europa con una politica di alti dazi.

Politica estera e consenso per i candidati

Contrariamente a quanto si crede la politica estera non ha molta importanza per l'elettore medio statunitense, anche se essa finisce per pesare sull'orientamento di specifici gruppi di élite e incide sulle scelte di alcune minoranze come quella ebraica e quella musulmana che finiscono per avere grande rilevanza, perché in alcuni Stati chiave costituiscono o potrebbero costituire quel numero di elettori che fa la differenza per l'assegnazione dei delegati nello Stato. Così Donald Trump può dire che farà di tutto per far cessare la guerra d'Ucraina o almeno che ne riverserà per intero il costo sull'Europa, ammesso che questa voglia continua a sostenerla, mentre dedicherà più attenzione all'indopacifico e lascerà mano libera a Netanyahu per quanto riguarda la continuazione del conflitto in Palestina, fino alle sue estreme conseguenze. La Harris non può permettersi questa chiarezza e, mentre mantiene una linea ambigua di continuità nei confronti dell'Ucraina, sia pure con qualche perplessità, è disponibile a porre fine allo sforzo bellico e deve assumere una posizione più ambigua rispetto al medio di Oriente, conservando quella stessa incertezza nell'agire e quella debolezza estrema che ha caratterizzato, per molti versi, l'amministrazione Biden, non solo nell'ultima fase del suo mandato. Anche la Harris sembra convergere nelle preoccupazioni a proposito della Cina e dell'indo-pacifico che sono un'area di attenzione per tutta la politica statunitense. La situazione è tale, che solo ad elezioni avvenute e a risultato consolidato, saremo in grado di capire fino a che punto la scelta del nuovo Presidente influirà sulla politica estera degli Stati Uniti.

La Redazione

https://www.ucadi.org/2024/10/30/elezioni-usa/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
A-Infos Information Center