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(it) Italy, UCAD'I #184 - Cosa c'è di nuovo - ANTISEMITISMO (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Thu, 30 May 2024 08:09:36 +0300


Il riesplodere del conflitto israelo - palestinese e gli orrori commessi, sia con l'attentato terroristico del 7 ottobre che con il genocidio della popolazione di Gaza, hanno riacceso la discussione e il confronto sull'antisemitismo come fondamento dell'ostilità verso la popolazione ebraica nel mondo. Facendo aggio sul senso di colpa dell'occidente e dell'intera umanità per la Shoah, resa possibile dalla complicità e dalla quiescenza, dall'antisemitismo radicato nella storia dell'umanità, Israele ha condotto e conduce la sua politica di sterminio nei confronti della popolazione autoctone della Palestina, accampando una giustificazione morale che deriva dalla ritorsione conseguente all'azione terroristica perpetrata con inaudita ferocia e in difesa del suo diritto ad esistere.
Tuttavia quello che sta avvenendo merita, soprattutto per noi comunisti anarchici, un'attenta riflessione che permetta una ponderata lettura della storia, al fine di liberarsi di un insieme di equivoci che impediscono di affrontare con razionalità e possibilità di soluzione il problema della convivenza di due popoli sullo stesso territorio.
Iniziamo le nostre considerazioni innanzitutto chiarendo che i termini che utilizziamo derivano dalla Bibbia, che per noi non credenti non è un libro sacro, ma semplicemente il diario della storia di un popolo, realizzato attraverso la trascrizione della storia orale tramandata dalla tradizione. Assumono perciò contorni mitici le storie riguardanti Noè e i suoi figli Sem, Cam e Japet che dopo il diluvio universale si sarebbero sparsi per il mondo conosciuto, ripopolandolo. I discendenti di Sem l'Egitto, Palestina, Arabia e i territori degli assiro-babilonesi; i discendenti di Cam avrebbero popolato l'Africa e quelli di Japet l'Europa e l'Asia.
Noi, forti delle conoscenze antropologiche acquisite dalla scienza, non condividiamo il creazionismo (la narrazione biblica) e siamo propensi a pensare che gli uomini e le donne sono nati da un processo biologico iniziato con l'evoluzione della specie e che ha avuto più fulcri di commistione di geni che si sono incrociati tra di loro. Ne sono prova i ritrovamenti di scheletri umanoidi e poi umani in Africa come in Cina, come in Europa come nelle Americhe, scheletri di antenati della razza umana che attraverso un processo di migrazioni e di incontri si sono fuse, fino a costituire le popolazioni che attualmente popolano il pianeta.
Ma ritornando al racconto biblico, le popolazioni discendenti da Sem occuparono le aree del Medio Oriente e quindi sono da definire semiti, sia i palestinesi sia gli ebrei, a meno di non credere che le tribù degli ebrei si sarebbero mantenuti puri e distinti attraverso la discendenza esclusiva da madri ebree (sic!), e comunque discendono dallo stesso padre. Ne consegue che nel momento in cui sosteniamo le ragioni del popolo palestinese non siamo antisemiti, ma critici verso una particolare forma dell'ebraismo, impersonata dal sionismo, che costituisce la lettura nazionalista,
etnica e identitaria della storia del popolo ebraico.
La nostra contrarietà al nazionalismo, sotto ogni forma camuffato, ci porta a condannare senza indugio e con determinazione ogni pogrom che abbia avuto o abbia come destinatario popolazioni ebraiche o di qualsiasi altra etnia e ci spinge a considerare fratelli e sorelle tutti gli uomini e tutte le donne, senza distinzione di razza, sesso, etnia, lingua, religione e quant'altro possa differenziarli per tratti somatici, per colore della pelle, per genere di appartenenza, per convinzioni etiche, morali e religiose.
Abbiamo compiutamente espresso la nostra opinione sul sionismo come movimento politico e le vicende storiche che portarono alla nascita dello Stato d'Israele e a quel documento rimandiamo, evitando di ripeterci.[1]
Consideriamo quindi un diritto degli ebrei nel mondo di coltivare le loro credenze, la loro tradizione, i loro costumi, le abitudini alimentari, e quant'altro, a loro avviso, li distingue e li caratterizza rispetto al resto della popolazione del mondo, ma consideriamo gli ebrei assolutamente uguali nei diritti e negli obblighi verso l'intera umanità e perciò non
possiamo accettare che a seguito degli eventi che ben conosciamo e di una guerra trasformata in una lotta per lo sterminio dall'uno e dell'altra parte si continui a perpetrare un genocidio usando come arma la fame sistematica e programmata di un'intera popolazione al fine di determinarne l'estinzione. I bombardamenti, l'azione repressiva
condotta verso la componente terroristica di Hamas ha superato ogni diritto alla difesa che non può giungere fino all'annientamento di un intero popolo. Il farci carico del dolore dell'umanità e della vergogna per aver consentito la Shoah e quindi la programmazione sistematica e scientifica della distruzione di un popolo e di un'etnia non può giungere fino al punto da consentire di fare altrettanto nei confronti di altri popoli, perché tutti hanno uguale diritto a vivere in libertà e benessere e a ritenere che, purtroppo, il genocidio non è un'esclusiva del popolo ebraico, come la storia ha dimostrato, basti ricordare quello degli armeni e dei curdi.

[1]Unione dei Comunisti Anarchici, I comunisti anarchici, la questione ebraica e quella palestinese, Newsletter Crescita Politica, N° 178 - Novembre 2023 (Numero Speciale), https://www.ucadi.org/wp-content/uploads/2023/11/178.pdf.

https://www.ucadi.org/2024/04/25/cosa-ce-di-nuovo-antisemitismo/
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