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(it) Italy, UCADI #199 - Trump, il gambler dalla pistola scarica (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Thu, 4 Sep 2025 07:31:22 +0300


Dal saloon Casa Bianca, in quel di Washington, il gambler Donald Trump gestisce le partite di poker dell'impero morente e, all'inizio di ogni nuova partita, apre il gioco scoprendo le carte che ritiene necessarie a condurre il suo gioco. non dimenticandosi di tenere posata, accanto alle carte, la pistola, scimmiottando i giocatori di carte, bari e lestofanti del suo amato West. È un modo di fare tipico degli imperatori degli imperi al tramonto, i cui poteri sono sempre più rarefatti e ridotti all'ombra di sè stessi. Trump, incollato al tavolo da gioco, non si è accorto che mentre era impegnato in sempre nuove partite, la strada polverosa del villaggio era stata sostituita da un mondo sempre più complesso e vasto. Le lettere minatorie inviate ai governanti di tutto il mondo e in particolare a quelli dei vassalli europei, annunciano dazi del 30% trattabili, per posizionarsi al 15%. Al di là dell'entità del tributo richiesto, è chiaro che come ogni impero in crisi, quello americano esige dai suoi sudditi che ripristinino le finanze dell'impero, accollandosi il costo del mantenimento di un apparato elefantiaco e sopra dimensionato, impossibile da sostenere.
Il fatto è che i confini dell'impero, pur comprendendo ancora la gran parte delle aree più ricche e sviluppate del pianeta, non sono così grandi da coprire l'orbe terracqueo; l'impero ha perso la sua dimensione globale: Un mondo multilaterale sta crescendo e si va affermando, caratterizzato da più centri di potere, a fare ombra all'impero; ci riferiamo all'alleanza costituita dai BRICS.

I BRICS

Nel 2000 per contrastare l'egemonia occidentale del dollaro sul mercato globale Brasile, Cina. India e Russia dettero vita ai Brics, un'organizzazione Intergovernativa, con obiettivi geoeconomici e geopolitici globali, ai quali immediatamente aderì anche il Sudafrica. Di fatto, questa aggregazione costituì l'alternativa al G7 e al G20. Questo ruolo si è rafforzato con le successive adesioni di Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran, Indonesia che sono divenuti membri effettivi dell'organizzazione. Tuttavia, per valutare il peso dell'organizzazione occorre guardare alla galassia di Stati che gravitano intorno ad essa. Al giugno 2025 hanno assunto lo status di Stati partner la Bielorussia, la Bolivia. Cuba, il Kazakistan, la Malesia, la Nigeria, la Thailandia, l'Uganda, l'Uzbekistan e il Vietnam. Inoltre Hanno espresso interesse all'adesione il Senegal, lo Sri Lanka, la Turchia, il Venezuela, l'Algeria, l'Arabia Saudita, la Birmania, il Bangladesh e il Pakistan. Questi paesi si caratterizzano tutti per il disporre di abbondanti risorse naturali, per essere considerati fra quelli in via di sviluppo, al punto da avere registrato una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL), assumendo un peso crescente nel commercio mondiale. Perciò questi paesi si propongono di costituire un sistema commerciale e finanziario globale attraverso accordi bilaterali che hanno come caratteristica di non essere basati sul dollaro come moneta base. Il loro obiettivo è il lancio di una nuova moneta, potenzialmente condivisa, che permetta la de-dollarizzazione. Nelle mura della realizzazione di questo obiettivo i Brics privilegiano la regolamentazione dei loro scambi economici utilizzando le monete nazionali. La crescita dell'importanza dell'organizzazione è testimoniata dal fatto che nel 2010 il Fondo monetario internazionale ha incluso i Brics tra i 10 paesi maggiori azionisti. insieme a Stati Uniti d'America, Giappone, Francia, Germania, Italia e Regno Unito del fondo stesso. Da parte loro i Brics, per procedere all'attuazione della loro strategia di de-dollarizzazione, hanno provveduto alla istituzione di una loro autonoma struttura finanziaria alternativa al Fondo monetario internazionale, costituendo la nuova Banca di sviluppo con sede a Shanghai presieduta da Wilma Russel, già Presidentessa del Brasile. Oggi i membri dei BRICS rappresentano il 49% della popolazione mondiale, e con le loro valute locali hanno dichiarato di voler condurre la partita commerciale globale.

L'incontro di Rio de Janeiro

Si è svolto a Rio de Janeiro l'ultimo incontro dei BRICS articolato su sei priorità strategiche: cooperazione globale in ambito sanitario; commercio, investimenti e finanza; cambiamento climatico; governance per l'intelligenza artificiale; mantenimento della pace e sicurezza, sviluppo istituzionale. Ma l'obiettivo di fondo del 6 e 7 luglio si è stato quello di contrastare l'egemonia del dollaro e di coordinare l'opposizione alla guerra dei dazi minacciata da Tykhon americano, perseguendo al tempo stesso, la pace come obiettivo prioritario.
Nella loro riunione i BRICS hanno ribadito che coopereranno tra loro e con altre nazioni per salvaguardare e rafforzare un "sistema commerciale multilaterale non discriminatorio, aperto, giusto, inclusivo, equo, trasparente e basato su regole, con il Wto al centro.
Bisogna evitare guerre commerciali che potrebbero far precipitare l'economia globale in recessione o prolungare una crescita debole" e al tempo stesso hanno proseguito la discussione sulla necessità di adottare una nuova moneta commerciale comune, ritenendo tale obiettivo "estremamente importante", forti del fatto che i paesi aderenti ai BRICS sono detentori dei minerali strategici che sono essenziali per la transizione energetica: 84% delle riserve mondiali di terre rare, il 66% del manganese e il 63% della grafite". Forti del possesso delle risorse di base e di rappresentare nel loro insieme la gran parte del mercato mondiale i BRIKCS si sono detti sicuri di poter resistere ad una politica di alti dazi praticata degli Stati Uniti. Nel loro insieme le loro economie continuano a crescere di anno in anno cooperando in settori chiave, forti di un enorme potenziale politico, economico e umano. Il loro potere di acquisto complessivo cresce fino a coinvolgere la gran parte del mercato globale. Ciò produce cambiamenti radicali nell'economia mondiale, al punto che il sistema unipolare di relazioni internazionali sta diventando un ricordo del passato.
In questa situazione l'imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti in misura differenziata e crescente ai diversi paesi a seconda delle convenienze politiche della Casa Bianca, rischia di avere come effetto semplicemente l'emarginazione degli Stati Uniti e dei paesi vassalli dal commercio mondiale, lasciando comunque in funzione un regime di scambi vivace ed efficace che riguarda soprattutto la circolazione delle materie prime, e in particolare quelle energetiche. Una riprova di quando ciò corrisponda a dati effettivi provenienti dal mercato viene data dal fatto che i ben 18 pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia, emanati a seguito della guerra ucraina hanno avuto effetti limitatissimi sull'economia Russa, che anzi sembra essere rinvigorita non solo dalla parziale adozione di un'economia di guerra ma dall'essere stata costretta a sviluppare un'insieme di attività economiche relative all'industria leggera per coprire il deficit derivante dalle mancate importazioni di beni, rese problematiche dalle sanzioni.
Appare sempre più evidente che il mondo BRICS dispone di una circolazione di merci e di una capacità produttiva sufficientemente alta e qualitativamente significativa che lo mette in grado di coprire le richieste di mercato, senza ricorrere alla dipendenza dal mercato americano e dai suoi paesi satelliti. Non solo: il controllo di materie prime e di energia di cui i paesi BRICS dispongono, permette loro di avere la moneta di scambio per acquistare sul mercato quei prodotti come i farmaceutici o i servizi, che fino a ieri sembravano essere una esclusiva dell'Occidente, tanto più che la Cina e l'India divengono sempre più, col passare del tempo, capaci di fornire questi servizi, utilizzando reti alternative da essi create, ad esempio, come avviene per quanto riguarda l'intelligenza artificiale o anche le comunicazioni.

Il ruolo crescente dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO)

A contrastare il ruolo del G7 e del G20, ma anche della NATO è scesa in campo la Sco, un'organizzazione intergovernativa regionale che si occupa di cooperazione politica, economica e di sicurezza nell'Asia centrale, della quale per ora fanno parte Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Essa nasce nel giugno del 2001, quando al cosiddetto Gruppo dei cinque (o Shanghai Five), già attivo dalla metà degli anni novanta sul tema della cooperazione nella gestione dei confini, si aggiunse anche l'Uzbekistan e il Gruppo decise di istituzionalizzarsi in organizzazione. La Carta è stata poi approvata nel giugno 2002. Sono paesi osservatori: Mongolia, India, Iran, Pakistan e, dal 2012, Afghanistan, ma complessivamente intrattengono relazioni con l'organizzazione ben 25 cosiddetti "partner di dialogo".
Mentre nella prima decade di vita della Sco, la partecipazione era per lo più regionale e limitata all'Asia centrale e meridionale (con l'eccezione della Turchia), negli ultimi dieci anni, le adesioni dei partner di dialogo hanno allargato l'area geografica di pertinenza della Sco, raggiungendo il Caucaso, il Medio Oriente e il Nord Africa. Il suo progressivo allargamento fa della Sco, organizzazione ormai sempre meno legata al mandato originale sulla sicurezza dei confini regionali e sempre più proiettata verso una dimensione globale che incorpora anche tematiche quali commercio e sviluppo economico. Strumenti fondamentali dell'organizzazione sono i summit ministeriali annuali che riuniscono i ministri degli Stati membri nei settori di collaborazione della Sco: commercio, scienza e tecnologia, cultura ed educazione, energia, trasporto, turismo e protezione ambientale. Il sistema ricorda quello del Consiglio dei ministri dell'Unione Europea che ha una composizione multiforme e dipendente dal tema affrontato, sebbene la rilevanza delle discussioni e il potere decisionale non siano paragonabili.
Con questo sistema flessibile di collaborazione ,le attività della Sco si sono espanse fortemente negli anni fino a ricoprire quasi ogni aspetto di collaborazione multilaterale nella regione. È un dato di fatto che la Sco ha progressivamente diversificato i suoi settori di cooperazione, inserendosi in tematiche che vanno oltre la sicurezza territoriale, inizialmente predominante. Attualmente, la collaborazione si estende a diversi ambiti, come quello sanitario e tecnologico. L'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione diviene sempre più una piattaforma multilaterale per la cooperazione impegnata a intervenire su una vasta gamma di questioni, costantemente in espansione.

Gli strumenti di un mondo multipolare

Mentre il gambler statunitense mostra il massimo disprezzo per gli organismi internazionali. abbandonando anzitempo la riunione del G7 in Canada, a ribadire che mondo il è costituito dall'impero e dai suoi vassalli ai quali il sedicente imperatore impartisce ordini, impone gabelle, esige tributi, chiede obbedienza e genuflessione, premia e punisce a seconda delle convenienze della Casa Bianca, i suoi concorrenti internazionali fanno di tutto per dar vita ad organismi multilaterali, cooperativi che vanno verso la collegialità e la partecipazione. Non vi è dubbio che queste scelte politiche contribuiscono a limitare sempre di più l'isolamento di Cina e Russia e a consolidare i legami strategici regionali con i paesi posti ai margini dell'impero americano, a ribadire che un altro mondo, un altro ordine è possibile.

Gianni Cimbalo

https://www.ucadi.org/2025/07/27/trump-il-gambler-dalla-pistola-scarica/
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