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(it) Italy, Sicilia Libertaria #460: Edito: Compagne monache, compagni parrini (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Mon, 21 Jul 2025 07:36:30 +0300


Se c'è la possibilità di stare dalla parte sbagliata, credendo invece di stare dalla parte giusta, state sicuri che la sinistra italiana non si farà sfuggire l'occasione. Sarà per l'ossessione dell'egemonia culturale, sarà per la smania di voler risultare popolare a ogni costo, a sinistra si è diffuso il vezzo di inseguire il consenso piuttosto che provare a costruirlo. Dopo aver mitizzato papa Francesco, facendolo diventare una sorta di compagno di lotte, è accaduto lo stesso col conclave di maggio che ha eletto, ma sarebbe meglio dire eretto, a monarca della chiesa cattolica il prelato statunitense Robert Francois Prevost, che ha poi assunto il nome di Leone XIV, diventando così il 267esimo pontefice di un'istituzione che ancora ammorba le nostre vite. La sinistra italiana si è data un compito, e ha provato a portarlo a termine con una pervicacia ammirevole e commovente, se non fosse dei danni che tale scelta comporta: ha scelto di rendere pop e simpatica la più antica e oscurantista istituzione rimasta. Il vero mistero della fede è come ci si possa appassionare a un rito noioso, maschilista e classista dove decine di uomini anziani decidono il futuro capo di una delle istituzioni religiose più potenti al mondo, nonché in crisi da decenni? Niente paura, ci penserà la sinistra italiana a rinverdirne i fasti. Parrini e pinguine ringraziano, è un miracolo che qualcuno dotato di senno abbia fatto il lavoro per loro. Non pare vero l'8 maggio a Repubblica di poter scrivere un articolo con questo titolo: Porporati da reality show e account del comignolo: l'evento più impenetrabile della Chiesa travolto dalla dissacrazione sul web. Ma magari fosse stata dissacrazione: l'enorme produzione di meme, video e commenti sui social network non ha fatto altro che omaggiare il rito. Senza alcun rovesciamento di senso, senza alcuna reale presa in giro, senza neppure una minima mancanza di rispetto: a sinistra la devozione è stata diffusa. Dalla passione per le figure dei cardinali al fascino delle procedure dentro la Cappella Sistina, si è celebrato il solito sequestro di massa che, complice la coincidenza col giubileo, ha di fatto espropriato ampie porzioni di Roma. In un amen, è proprio il caso di dirlo, ci è improvvisati vaticanisti, omettendo ovviamente il quotidiano controllo e le continue mistificazioni del clero. Un'ondata di minchiate ha invaso ogni mezzo di comunicazione. Le radio e le tv hanno offerto continue dirette, cercando aggiornamenti costanti dove invece prevaleva il vuoto cosmico, a fronte di un'occupazione militare; i giornali come Corriere e Repubblica hanno sfornato una trentina di pagine al giorno a discettare di papabili (e sbagliando tutte le previsioni), significati dei colori degli abiti talari e anticipando già la santità dell'appena morto papa Ciccio; i social si sono fissati sui dettagli più insulsi, come i gabbiani che volteggiavano sul camino da cui si attendeva la fumata bianca, o inventando giochi puerili come il fantapapa e favoleggiando sull'aura dei cardinali, come fossero supereroi e non, la maggior parte, persone grigie e prive di qualsivoglia mordente. La sinistra si è approcciata al conclave come se stesse guardando l'omonimo (e mediocre) film. Per alimentare la fame di cospirazioni, creando intrighi e sotterfugi dove non ce ne sono. E, soprattutto, per sopperire all'assenza del compagno papa Ciccio, o Francesco se vi piace. Offrite una spalla per il pianto delle tante persone che a sinistra hanno ricordato il suo sostegno alla pace, il supporto a Gaza, l'attenzione all'ambiente, il sostegno alle migrazioni, le parole di contrasto al liberismo. E c'era bisogno di un papa per mobilitarsi su questi temi? Ho visto attiviste e attivisti, sia di nuova generazione che di lungo corso, citare l'enciclica Laudato sì come fosse il vangelo, farsene portatori e diffusori come fossero preti e suore dell'ambiente. "Una sete egoistica e sconfinata di potere e di prosperità materiale porta sia all'uso improprio delle risorse naturali disponibili sia all'esclusione dei deboli e degli svantaggiati": che frasona, eh? E chi l'ha pronunciata? Un uomo di potere, che ai "deboli" e agli "svantaggiati" offriva al massimo una paternalistica carità. Gli va concessa tutt'al più una sagacia comunicativa: non solo ha dato a bere a molte persone, pure a sinistra, che faceva le rivoluzioni dall'interno - come no, la storia è piena di sovrani che fanno di tutto per rinunciare al potere - ma era bravo a diffondere espressioni che aveva appreso altrove e che aveva poi rimasticato. Tipo "le periferie esistenziali" o "la guerra mondiale a pezzi". Ma se è solo per la sagacia delle espressioni (tra l'altro copiate) beh, va ricordato che anche Gesù era un buon dispensatore di aforismi. E invece no, la sinistra italiana è andata e resta in adorazione di un papa che al massimo ha sposato alcuni nostri temi, dimenticando allo stesso tempo che lo stesso pontefice poi ha ripetuto fino alla morte l'avversione per "l'ideologia gender", ha condannato l'ateismo, ha condotto un governo della chiesa sempre più accentratore, rinnegando le promesse di decentramento e di condivisione. E forse è proprio quest'ultimo aspetto ad aver fatto dimenticare a sinistra le solite battaglie reazionarie e retrograde che papa Ciccio ha condotto, come tutti i suoi predecessori hanno fatto e come tutti i suoi eredi continueranno a fare. Forse a sinistra hanno visto con ammirazione l'occupazione di tutti i posti di potere con i propri fedelissimi, tanto che da morto papa Ciccio è riuscito in sostanza a scegliersi l'erede. In questo senso sia il vecchio che il nuovo papa rappresentano in maniera emblematica la deriva che le democrazie liberali in giro per il mondo hanno assunto da qualche tempo, e che si può sintetizzare con il termine "democratura", una crasi delle parole democrazia e dittatura: un modello dove poche persone eleggono un monarca che detiene il potere a vita e che decide dei destini delle persone mentre queste ultime si sollazzano con minchiatelle quotidiane che il giorno dopo avranno già dimenticato, nutrite di sensi di colpa e ottenebrate da messaggi che incentivano alla delega. Non è un caso che le democrature siano sempre in cerca di approvazione religiosa. Buona parte della sinistra italiana, invece, sembra aver dimenticato tutto ciò. Da parte nostra noi restiamo fedeli a nessun re. Ancora di più se finge di parlare la nostra stessa lingua, e utilizza le nostre parole come ulteriore strumento di inganno. Non c'è peggior schiavo di chi si costruisce le proprie catene.

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