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(it) Italy, UCADI #189 - La melonizzazione del Governo Zelensky (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Tue, 15 Oct 2024 08:09:15 +0300
L'elemosiniere petulante Zelensky, come la sua collega Meloni, e sempre
più sotto stress, afflitto dalla sindrome dei sospetti, dei tradimenti,
delle congiure, e si lascia andare alle epurazioni, tanto che il suo
staff è sempre più composto all'insegna dell'amichettismo. Del resto il
Governo dell'Ucraina non è nuovo alle destituzioni, essendo notoriamente
cronica la corruzione della sua classe dirigente che si ingrassa con la
cresta che fa sugli aiuti provenienti dall'occidente, sulla vendita di
parte delle armi al mercato clandestino e delle mafie, sulle plusvalenze
realizzate sui commerci di grano e di derrate alimentari, sulla vendita
delle esenzioni dalla leva obbligatoria, sul commercio di beni
ecclesiastici confiscati, sui profitti realizzati speculando sulla
compra-vendita dei beni della popolazione che ha lasciato il paese e che
svende il posseduto per costruirsi una nuova vita altrove; tutte cause
che, come riportano gli stessi giornali ucraini, hanno costituito la
ragione delle destituzioni e degli avvicendamenti.
Se è vero che l'espediente strategico di Kursk è valso momentaneamente,
a risollevare il morale di una parte dell'opinione pubblica. è anche
vero che l'esito incerto dell'operazione che ha comportato comunque
l'indebolimento del fronte nel Donbass lascia aperti molti dubbi
sull'utilità effettiva dell'operazione che essa è stata possibile grazie
ad un cambio di passo nella strategia dell'esercito ucraino e della
stessa NATO. Almeno una parte degli strateghi militari occidentali hanno
preso atto che per numero di coscritti, per l'addestramento e la
disponibilità di munizioni e di volume di fuoco, l'esercito ucraino
diviene sempre più incapace di reggere alla crescente pressione
dell'esercito russo in una guerra di trincea e di posizione, come quella
che si svolge nel Donbass, peraltro accompagnata dai continui
bombardamenti e dalla sistematica distruzione del sistema energetico del
paese e delle infrastrutture idriche.
Per questi motivi, anche utilizzando "volontari" (leggi mercenari),
provenienti dai più diversi paesi, lautamente pagati con i finanziamenti
occidentali, l'Ucraina a messo insieme circa 30.000 uomini da utilizzare
per una guerra di movimento - una volta si sarebbe detta di guerriglia -
in una operazione mordi e fuggi, che avviene ad opera di forze militari
di consistenza variabile, a seconda della bisogna, che compiano delle
incursioni oltre frontiera, in territorio russo, e questo anche al fine
dichiarato di costringere i russi a distogliere almeno parte delle
truppe schierate nel Donbass e per indebolirne le capacità offensive.
È da notare la scelta della localizzazione dell'attacco avviene in
un'area molto ben conosciuta e studiata nelle accademie militari
dell'est Europa, perché proprio in quei territori si svolsero le grandi
battaglie dell'esercito dell'URSS contro le truppe naziste, e ciò ha
permesso agli ucraini di operare ben conoscendo le caratteristiche del
terreno, facilitando quindi i movimenti delle truppe e la logistica.
Anche alla luce delle caratteristiche assunte dall'operazione militare,
i russi stanno affrontando l'attacco come un'operazione di polizia,
un'azione di antiterrorismo, facendo convergere truppe da altre aree del
paese, piuttosto che distogliere forze dal Donbass.
Per questo insieme di motivi, mentre scriviamo, gli esiti finali
dell'operazione sono incerti e probabilmente si svilupperanno con la
presenza di una continua azione di guerriglia, che si andrà allargando
con altre incursioni ucraine oltre frontiera, con azioni diffuse, brevi
e veloci, per tenere attivo in fronte. L'espediente tattico potrebbe
funzionare anche se privo di specifici obiettivi strategici, a meno che
i russi non riescano ad interrompere il flusso di rifornimenti del corpo
di spedizione ucraino, soprattutto relativamente alle linee principali
di azione, e non radunino forze sufficienti per aprire un altro fronte
in direzione do Sunny, città vicinissima al confine e certamente più
vulnerabile di Karkiv.
Ecco perché, alla luce di tutte queste incognite, l'Ucraina chiede
ancora una volta, con insistenza, l'autorizzazione ad usare l'apparato
missilistico fornito dalla NATO per azioni offensive in territorio
russo, in profondità, fino a colpire le basi dalle quali partono gli
attacchi aerei e missilistici, e questo non può che porre una seria
ipoteca sulle modalità di una inevitabile risposta russa a questa
iniziativa.
La crisi che si è sviluppata nel governo ucraino e l'intensificarsi
delle azioni distruttive infrastrutturali russe ci dicono che anche in
vista dell'esito delle elezioni negli Stati Uniti si comincia a pensare
che occorre fare presto per creare le condizioni per continuare nel
futuro a gestire il potere, anche a guerra finita o congelata: per
questo motivo occorre portare a termine la liquidazione della Chiesa
ortodossa canonica, sottraendole più beni e risorse possibili, occorre
impossessarsi di quanti più patrimoni è possibile, approfittando dello
stato di guerra e prima del ritorno dei profughi, occorre porre le basi
per conferire il controllo degli asset centrali ed essenziali del potere
politico ad una ben collaudata e omogenea compagine di potere che, forte
dell'impegno nella guerra, è caratterizzata da un feroce nazionalismo ed
è in grado di garantire per il futuro un indirizzo di governo coerente a
quello che ha caratterizzato la conduzione delle operazioni belliche.
Non bisogna dimenticare che sarà questa classe dirigente a gestire il
business della ricostruzione che, vista l'entità catastrofica dei danni,
sarà enorme, e tutto a spese della Unione europea; bisogna tenere conto
che nel nuovo clima di pace o almeno di tregua, verranno ricostruiti gli
asset economici del paese, mentre subirà un assestamento definitivo la
dislocazione delle proprietà terriere e dei suoli edificabili nelle
città e villaggi, distrutti e da ricostruire. Toccherà ancora alla
classe dirigente, uscita dalla guerra, gestire i rapporti con l'Unione,
muovendosi all'interno del bilancio comunitario per lucrare a favore
dell'Ucraina la maggior parte delle risorse comuni delle quali l'Unione
dispone, perché è da queste fonti che deriverà la ricchezza futura degli
oligarchi ucraini che si spartiranno il bottino di guerra, banchettando
sui morti.
G. C.
https://www.ucadi.org/2024/09/28/la-melonizzazione-del-governo-zelensky/
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