|
A - I n f o s
|
|
a multi-lingual news service by, for, and about anarchists
**
News in all languages
Last 40 posts (Homepage)
Last two
weeks' posts
Our
archives of old posts
The last 100 posts, according
to language
Greek_
中文 Chinese_
Castellano_
Catalan_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
_The.Supplement
The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_
Deutsch_
Nederlands_
English_
Français_
Italiano_
Polski_
Português_
Russkyi_
Suomi_
Svenska_
Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours |
of past 30 days |
of 2002 |
of 2003 |
of 2004 |
of 2005 |
of 2006 |
of 2007 |
of 2008 |
of 2009 |
of 2010 |
of 2011 |
of 2012 |
of 2013 |
of 2014 |
of 2015 |
of 2016 |
of 2017 |
of 2018 |
of 2019 |
of 2020 |
of 2021 |
of 2022 |
of 2023 |
of 2024
Syndication Of A-Infos - including
RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups
(it) Italy, UCADI #189 - La crisi francese (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Mon, 14 Oct 2024 09:36:30 +0300
Complice la pausa olimpica, Emanuel Macron ha potuto utilizzare ben 60
giorni per ipotizzare un impossibile governo per la Francia e, al
termine di inedite consultazioni, non previste dall'ordinamento francese
ma nemmeno escluse, monsieur le Président ha tirato fuori dal suo
cappello di prestigiatore uno scarto del gollismo, per affidargli il
ruolo di primo ministro: Michel Barnier, un 73enne, un vecchio arnese
della politica comunitaria, da una vita nelle istituzioni, sia nazionali
che europee. Parlamentare per sette legislature (cinque da deputato e
due da senatore), ha ricoperto per quattro volte ruoli ministeriali
all'Ambiente, agli Affari europei, agli Esteri e all'Agricoltura.
La sua carriera politica si è sviluppata tutta nel centro-destra
neogollista: è passato infatti dal Rassemblement pour la République
(Rpr), (i conservatori fedeli a Jacques Chirac e critici della linea di
Valéry Giscard d'Estaing), per aderire, nel 2002, all'Union pour un
mouvement populaire (Ump) di Nicolas Sarkozy e confluire nel 2015 nel
nuovo partito, i Les Républicains (Lr), del quale ha cercato di vincere
le primarie per diventare il candidato presidenziale nel 2022, perdendo
però la nomination: un fallito!
Malgrado i tanti insuccessi nella politica nazionale Barnier è noto a
Bruxelles per essere stato nominato Commissario nel 1999, nella
Commissione presieduta da Prodi, con delega alle Politiche regionali,
rinominato tra il 2010 e il 2014 nella Commissione Barroso, Commissario
per il Mercato interno e poi responsabile ad interim dell'Industria.
per concludere la sua parabola a Bruxelles come capo negoziatore dell'Ue
per l'attuazione della Brexit dal 2016 al 2021.
La speranza di Macron è che le entrature personali del primo ministro a
Bruxelles gli consentiranno di negoziare una difficile legge di
bilancio, facendo fronte alla procedura di infrazione per deficit
eccessivo aperta dall'Unione nei confronti della Francia. Entro il 1
ottobre dovrà presentare all'Assemblea nazionale la legge di bilancio
2025, con un
deficit che potrebbe toccare il 5,6% nel 2024 e arrivare al 6,2% il
prossimo anno. Il Governo ha sulle spalle tremila miliardi di euro di
debiti, quindi non potrà disporre di nessun spazio di manovra, e sarà
chiamato a svolgere un compito ingrato. Il suo governo godrà
dell'appoggio del Centro macroniano, uscito a pezzi dal voto e passato
da 245 a 168 seggi e del sostegno di nemmeno tutti gli eletti del suo
partito, Les Républicains: nel complesso un numero di voti ben lontani
dai 289 che garantiscono la maggioranza dell'Assemblea Nazionale.
Pertanto, per respingere far approvare un qualsiasi provvedimento il
premier avrà bisogno del sostegno dai 163 parlamentari di Marine Le Pen,
che concederanno il loro appoggio esterno, considerandolo un viatico per
rafforzare le chances della loro leader per le presidenziali del 2027 la
quale, apparentemente, non si comprometterà con una gestione del potere
impopolare, ma ne trarrà comunque ogni possibile beneficio.
Rimane il fatto che con la sua scelta Macron, dopo avere beneficiato del
sostegno della pregiudiziale antifascista per ottenere nel secondo turno
la desistenza, e in alcuni casi addirittura il sostegno della sinistra -
il che gli ha consentito l'elezione di molti dei suoi deputati - con
questa decisione ha fatto cadere la clausola di esclusione nei confronti
dei lepenisti. Tecnicamente, al premier non serve un voto di fiducia dei
deputati per assumere formalmente le proprie funzioni, ma è verosimile
che il nuovo primo ministro chiederà comunque all'Assemblea di approvare
le proprie linee programmatiche nei prossimi giorni. A quel punto si
vedrà, numeri alla mano, se davvero la strategia politica di Macron
risulterà per il momento vincente.
Quel che è certo è che l'ex premier Gabriel Attal, del suo stesso
partito, ma che a suo tempo criticò la scelta di elezioni anticipate,
non perde occasione per marcare una sua distanza dall'Eliseo e dichiara
che Barnier, anche se gode della fiducia di Macron, non deve affatto
dare per scontati i voti del gruppo parlamentare macroniano e se li dovrà
conquistare. Inoltre il popolare sindaco di Le Havre, Éduard Philippe,
di centro-destra, in aperta e chiara sfida a Macron ha già annunciato,
con tre anni di anticipo, la sua candidatura alle presidenziali del 2027.
La sinistra, da parte sua, grida al tradimento della democrazia,
dichiara che è stato commesso un furto nei confronti della maggioranza
degli elettori e dei loro rappresentanti. Jean-Lu Mélenchon, leader del
partito di sinistra La France insoumise, il più votato tra quelli che
costituiscono l'Nfp, ha accusato Macron di tradire i risultati delle
elezioni, sottolineando che i Républicains, il partito del presidente
incaricato, è stato uno di quelli maggiormente sconfitti dalle urne.
Perciò il capo dello Stato ha "rubato le elezioni al popolo francese".
François Hollande, (Partito Socialista), ha stigmatizzato il patto di
desistenza stretto tra Macron e la destra radicale lepenista affermando
che la nomina di Barnier è avvenuta perché il Rassemblement Nazional ha
avallato l'operazione promettendo di non sfiduciarlo in sede di
Assemblea. Da qui la richiesta di un voto di censura da parte di tutte
le opposizioni poiché "Michel Barnier non ha né legittimità politica né
legittimità repubblicana".
In queste condizioni le forze di sinistra hanno una sola strada, quella
di portare lo scontro in piazza e questo è quello che hanno iniziato a
fare domenica 9 settembre con manifestazioni che hanno coinvolto più di
300.000 persone in tutta la Francia, 160.000 al corteo di Parigi. Il 1
ottobre si replica con uno sciopero indetto dalla Cgt al quale
seguiranno iniziative di altri sindacati e partiti: riparte la strategia
delle manifestazioni continue che ha caratterizzato la Francia da
novembre dello scorso anno e per tutto l'inverno e l'autunno precedente.[1]
Lotta di classe in Francia
La crisi francese quella del macronismo non è solo politica e
istituzionale, ma ha profonde radici strutturali.
Emmanuelle Macron ha, agli occhi delle élite coloniali e della borghesia
francese ancora implicate con la gestione dei beni e degli investimenti
in quelle che furono le colonie nell'area della francofonie, il torto di
avere perso il controllo di ciò che restava dell'impero coloniale
francese. A causa della sua politica estera fallimentare cinesi e russi
sono subentrati ai francesi in questi territori (Mali, Niger, Repubblica
Centrafrica. Ecc) impossessandosi del controllo degli investimenti
francesi residui, il che ha inciso soprattutto sull'approvvigionamento
combustibile nucleare necessario all'industria energetica francese che
si caratterizza per la presenza di un gran numero di centrale nucleari.
Proprio questa perdita che ha coinciso con l'esplosione della crisi
petrolifera e del gas conseguente all'interruzione dei rapporti con la
Russia è stata una delle cause inconfessate e inconfessabili per le
quali Macron si è decisamente schierato a favore di Kiev nella guerra
Ucraina.
Questo fallimento della politica coloniale ha contribuito a spostare
sostegno e consenso della componente economica, culturale e del ceto
sociale essa esprime e livello di élite e di ceto medio a conferire la
propria rappresentanza alla destra radicale. Occorre prendere atto che è
entrato definitivamente in una crisi irreversibile il blocco borghese
che nel 2017 ha portato Macron al potere. Esso si caratterizzava per il
sostegno a riforme neoliberali quali premesse di un possibile progresso
di questo blocco sociale, basate sulla meritocrazia, la tecnocrazia,
l'innovazione, l'individualismo più marcato rampatismo sociale,
l'edonismo borghese, al pari di come fecero Tony Blair Blair e Matteo
Renzi. Questo blocco borghese avrebbe potuto funzionare, da un punto di
vista politico-elettorale, se queste promesse di ascensione sociale
fossero state condivise, credute e ottenute. almeno da una parte delle
classi medie, oltre che dalle classi privilegiate che ne costituiscono
lo zoccolo duro e le principali beneficiarie.
È invece accaduto che, anche se è vero che la ricchezza delle classi
privilegiate ed apicali è aumentata in modo smisurato e le differenze
retributive e di reddito si sono accresciute oltre ogni misura,
determinando uno squilibrio che a volte mette in imbarazzo i più
illuminati e avveduti fra gli stessi appartenenti alle classi
privilegiate, i naturali alleati di questo processo, e cioè le classi
medie, si sono fortemente impoverite, si sarebbe detto una volta,
proletarizzandosi dal punto di vista del reddito, anche se non dal punto
di vista del sentire sociale e di un'ideale collocazione di classe. Ne é
scaturita una frustrazione profonda che spinge coloro che vi
appartengono all'egoismo sociale, a cercare nei diversi, nei migranti
nei poveri, negli emarginati i responsabili del loro degrado.
In questa situazione costoro subiscono fortemente l'attrazione del
blocco di destra che, proprio perché formatosi all'interno dell'universo
liberale, è convinto che le riforme neoliberali siano inevitabili, ma
possiede per istinto una percezione più acuta dei rischi di
declassamento queste riforme comportano. Questi rischi sono avvertiti
dalle classi medie-inferiori, quelle che si trovano un gradino sopra
alla povertà; quelle che chiedono una forma di protezione compatibile
con l'idea che, in ogni caso, non c'è alternativa all'orizzonte neoliberale.
Parigi 9 settembre 2024, 160.000 in piazza
Tuttavia, in un mondo che non può mettere in discussione i privilegi dei
più ricchi, nel blocco di estrema destra, la protezione va costruita
agendo contro gli immigrati, contro l'insicurezza, contro le minacce
alla «identità» ma anche contro chi sta sotto: per questo il
Rassemblement National sostiene quelle misure di welfare che ancora
esistono in Francia, che tuttavia possono funzionare solo riducendo la
platea dei beneficiari ed escludendo migranti e incapienti. È quello che
di fatto, è successo negli ultimi anni in Francia e ancor più succederà
domani, grazie alle politiche macroniane che la destra si impegna a far
diventare strutturali.
D'altra parte la flessibilizzazione del lavoro, i tagli alle tasse alle
grandi aziende, la soppressione di 'lacci e lacciuoli', non hanno
prodotto i paventati benefici né l'aumento della mobilità sociale. Le
ricette macroniane non hanno funzionato; al contrario, una gran parte
delle classi medie sente ormai questo insieme di riforme come una
minaccia, si stacca dal blocco borghese e va verso il blocco
dell'estrema destra e tuttavia resta nel medesimo universo neoliberale,
nel quadro della stessa ideologia che caratterizza il «blocco borghese».
Fuori dall'universo neo liberista si è formato in Francia, attorno
all'idea di una rottura rispetto alle riforme macroniane, il blocco di
sinistra che si batte per abrogare la riforma delle pensioni, che in
termini di fiscalità vuole la tassazione dei profitti e la patrimoniale
sui grandi patrimoni, vuole il rafforzamento dello stato sociale e dei
servizi, il rilancio della sanità pubblica, un sistema pensionistico
accettabile che rispetti la qualità dalla vita, il rilancio del sistema
di istruzione pubblica. È dunque naturale che questo blocco sociale sia
un avversario tanto per le élite, per la compagine borghese e per
l'estrema destra che pur opponendosi formalmente a Macron, ha promesso
che andando al potere avrebbe proseguito le sue politiche. Per
contrastare un governo di sinistra, come chiedevano gli elettori, la
sponda naturale era Le Pen e Macron l'ha utilizzata pienamente. Questo
non significa che il blocco borghese e il blocco di estrema destra siano
ormai fusi assieme; semplicemente, allo stato di debolezza del blocco
sociale che ha portato Macron al potere corrisponde lo speculare
potenziamento di quello che sostiene Marine Le Pen.
All'indomani delle elezioni i tre blocchi politici e sociali erano
sostanzialmente equivalenti, ora il blocco borghese si è grandemente
indebolito, mentre quello di estrema destra si è rinforzato. Il governo
Barnier, rappresenta un riequilibrio interno all'universo neoliberista,
dentro al quale la bilancia si è ora chiaramente spostata tutta a
destra. D'altra parte Le Pen e Macron hanno un avversario comune: il
blocco di sinistra che si è formato attorno all'idea di una rottura
rispetto alle riforme e alla visione del mondo neoliberale.
Alleanze e programma politico per la sinistra in Francia
Per costituire un'alternativa alla destra e al blocco macroniano la
sinistra deve partire dimostrando che la crescita non viene
dall'innovazione privata e dall'individualismo sociale, ma dalla
negoziazione collettiva che non è incompatibile con la garanzia di
margini di profitto sufficienti per le imprese, e perciò va profuso ogni
sforzo per portare il conflitto sociale nelle piazze e soprattutto sui
luoghi di lavoro, rivendicando maggiori salari, condizioni di lavoro
migliori e intensificare contemporaneamente la battaglia mai interrotta
per le pensioni e il rafforzamento del welfare, mettendo al primo posto
la sanità e l'istruzione.
È compito della sinistra spiegare al paese che deve fare i conti con la
liquidazione definitiva dei cascami coloniali dei quali la Francia
poteva disporre per ricavare risorse da utilizzare al tempo stesso come
rendita di posizione per ceti e classi privilegiate e fonte di
finanziamento delle finanze statali. Da qui un nuovo assetto delle
risorse e della gestione dei conti pubblici, una diversa più oculata
distribuzione del reddito che deve tenere conto delle caratteristiche
con le quali la popolazione è distribuita sul territorio e quindi delle
diverse esigenze che scaturiscono da questo assetto.
Il consenso delle sinistre non può venire solo dalle città e dai ceti
produttivi impiegati nell'industria e nei servizi ma esiste, soprattutto
in Francia, anche un diffuso mondo rurale, un mondo delle periferie che
trova crescenti difficoltà a causa del ridursi progressivo e inesorabile
dei servizi sul territorio. L'"abbandono" delle campagne e del
territorio da parte dei servizi pubblici è un fatto ampiamente
documentato. La localizzazione della distribuzione sul territorio dei
servizi sanitari, degli uffici pubblici e perfino delle strutture di
controllo dell'ordine pubblico e il contemporaneo aumento dei costi per
i trasporti sempre più privati, perché il servizio pubblico viene meno e
si ritira, hanno fatto crescere il costo della vita per le popolazioni
rurali. Di queste istanze un movimento massiccio e senza precedenti come
quello dei "gilet gialli" si era fatto carico, sostenendo richieste
economiche e sociali completamente diverse e specifiche. La critica al
disprezzo e all'arroganza dei leader dello Stato per questi problemi, il
desiderio di poter vivere con dignità, l'ingiustizia fiscale,
l'insofferenza per lacci e lacciuoli imposte agli agricoltori dalla
politica agricola comunitaria, devono indurre gli ecologisti, come
componente della sinistra, a farsi carico per primi delle discrasie
esistenti nella politica verso il mondo contadino e rurale Le classi
contadine e operaie rurali restano l'archetipo della "classe oggetto"
che bisogna aggregare invece come una delle componenti essenziali della
sinistra sociale, rappresentandone gli interessi e le istanze sociali.
Rifondare una politica di sinistra credibile significa farsi carico
dell'aumento crescente degli incidenti sul lavoro e dei morti sul
lavoro, del disagio sociale e psicologico derivante dalle attività e
dagli orari richiesti per le prestazioni lavorative, dalle condizioni di
organizzazione del lavoro. Nel predisporre il suo programma e la sua
proposta di governo in modo credibile e perché sia sostenuta dagli
abitanti delle città come da quelle delle campagne la sinistra deve
farsi carico di unificare gli interessi del blocco sociale del quale si
vuole fare interprete e sostenitrice, anche ponendo in modo categorico
il problema del riarmo e della guerra.
Ciò che la sinistra non può permettersi e lasciare alla destra il
rifiuto del conflitto e della guerra, e perciò deve pronunciarsi in modo
inequivocabile a favore della pace subito in Ucraina come nel Medio
Oriente, per una politica responsabile e di amicizia per l'area della
francofonia in Africa, sola proposta che può cercare di recuperare il
terreno perduto in quest'area a favore di Cina in Russia, rifiutando il
confronto muscolare per l'egemonia condotto attraverso la fornitura di
armamenti all'Ucraina, quando non con l'invio ben mascherato non solo di
armi, ma anche di mercenari.
La sinistra deve ricordare a se stessa la lezione della storia che
insegna che la guerra è stata sempre voluta, sostenuta e alimentata
dalle classi dominanti e che sono sempre i popoli a pagarne il prezzo
con lutti e rovine.
[1]La Francia va a sinistra, Newsletter, Crescita Politica, n. 187
luglio 2024; La Francia al bivio, Newsletter, Crescita Politica, n. 186
giugno 2024; Francia: colpo di mano del governo, Newsletter, Crescita
Politica, n. 169 marzo 2023; Francia: un nuovo ciclo di lotte?,
Newsletter, Crescita Politica, n. 15 ottobre 2010.
La Redazione
https://www.ucadi.org/2024/09/28/la-crisi-francese/
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
- Prev by Date:
(it) Germany, FDA-IFA: Libertà per i 6 sindacalisti di "La Suiza" in Spagna! /dalla FAU Dresda (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
- Next by Date:
(it) Italy, FAI - Umanita Nova: Da Crispi a Meloni (passando per Mussolini): il ddl Piantedosi. (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
A-Infos Information Center