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(it) Italy, FDCA, Cantiere #28: Il Portogallo dalla fine della dittatura alla Rivoluzione Impossibile: 50 anni dal 25 Arile 1974 - M. Ricardo Sousa parte 1ª (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 4 Oct 2024 08:12:58 +0300
Una rivoluzione impossibile? Si, sosterranno alcuni. Impossibile dentro
i limiti del Portogallo. Impossibile perché un'isola di comunismo
libertario non può esistere nel mare della produzione capitalista e
della coscienza capitalista[...]Ma gli uomini e le donne sognarono
«impossibili». Tentarono costantemente di «scalare il cielo» alla
ricerca di quello che ritenevano giusto. ---- Maurice Brinton ---- In
questa data si verifica un golpe militare realizzato da giovani
ufficiali, soprattutto capitani, tenenti e ufficiali miliziani (ossia
non di carriera; ndt), per abbattere la dittatura portoghese, insediata
da altro golpe militare conservatore perpetrato il 28 maggio 1926. Il
cosiddetto movimento dei capitani che da quel momento diventerà noto
come Movimento delle Forze Armate (MFA) esordì come una mobilitazione
corporativa di giovani ufficiali, ma presto acquisì un carattere
politico, diventando dominante la posizione che riteneva necessario
abbattere la dittatura ed avviare negoziati coi guerriglieri africani,
allo scopo di porre fine alla Guerra Coloniale che si protraeva da più
di una decade su tre fronti: Guinea Bissau, Angola e Mozambico.
La Guerra Coloniale fu certamente il fattore decisivo che spinse i
giovani militari portoghesi a sconfiggere la dittatura e l'elemento di
aggregazione delle differenti opinioni politiche, che andavano dal
conservatorismo convenzionale fino alle posizioni democratiche e ad
alcuni, pochi, caratterizzati da una formazione di sinistra
tradizionale. Ormai fra gli ufficiali miliziani provenienti dalle
università c'era un numero significativo influenzato dal PCP (Partito
Comunista Portoghese; ndt) e dalle idee della sinistra radicale che
erano sempre più presenti nel movimento studentesco.
Non sorprende che il programma originario del MFA fosse minimalista.
L'azione militare neppure prevedeva il carcere ed il giudizio dei
principali responsabili della dittatura e della polizia politica che la
supportava ed era conosciuta per la pratica sistematica della tortura;
può ritenersi, questa, una delle omissioni più significative, che
neppure la radicalizzazione della rivoluzione è riuscita a superare. Si
aggiunga che anche la scarcerazione di tutti i prigionieri politici non
era prevista e soltanto la pressione popolare e la lotta dei detenuti
rese possibile che tutti uscissero di prigione nei giorni successivi la
caduta del regime.
Nello stesso giorno del 25 Aprile 1974, un fattore imprevedibile entrò
in scena; il popolo, che, disattendendo gli appelli del MFA
sistematicamente ripetuti nella radio e nella televisione affinché tutti
rimanessero nelle proprie case, uscì nelle strade ed ebbe un importante
ruolo psicologico, sia nelle truppe insubordinate, sia fra i detentori
del potere che constatarono in tal modo l'appoggio di popolo
all'abbattimento della dittatura disincentivandone, così, la resistenza.
In questo giorno, l'ultimo Presidente del Consiglio del governo
autoritario, Marcelo Caetano, arrendendosi, ebbe a dichiarare che lo
faceva "affinché il potere non cadesse nella via". Era profetica la sua
dichiarazione, in quanto fu precisamente questo che, in certo qual modo,
si sarebbe verificato nei mesi seguenti.
A partire da questo momento la presenza massiccia della popolazione
nelle vie delle principali città del paese e le grandiose manifestazioni
del Primo Maggio di quell'anno, rendevano chiaro che il golpe militare
doveva tenere in conto un nuovo attore, il Popolo. A maggior ragione
poiché tale presenza era spontanea e non corrispondeva alla chiamata dei
piccoli partiti dell'opposizione antifascista.
In effetti, nei primi mesi della Rivoluzione, il Partito Comunista, la
forza maggioritaria della resistenza alla dittatura, le piccole
organizzazioni maoiste e trotskiste, le organizzazioni della lotta
armata come il PRP-BR (Partito Rivoluzionario del Proletariato-Brigate
Rivoluzionarie; ndt) e la LUAR (Lega di Unità e Azione Rivoluzionaria;
ndt) non rappresentavano se non qualche centinaio di militanti e
simpatizzanti, e nel caso del PCP poche migliaia. Per quel che riguarda
gli anarchici, che avevano ricoperto un peso storico significativo fino
agli anni '30, sia attraverso la Confederazione Generale del Lavoro
(CGT), dalle radici anarco-sindacaliste, sia attraverso l'Unione
Anarchica Portoghese e la Federazione Anarchica della Regione Portoghese
(FARP), in pratica erano spariti di fronte alla dura repressione del
regime salazarista. Tale repressione raggiunge il suo culmine negli anni
'30, dopo il tentativo di Sciopero Generale del 18 gennaio 1934 che
condusse in prigione centinaia di militanti, molti dei quali inviati per
il Campo di Concentramento di Tarrafal, a Capo Verde, dove alcuni
morirono e i rimanenti ritornarono in Portogallo solo dopo la Seconda
Guerra Mondiale.
Negli anni seguenti, si verificarono ancora alcune azioni armate in
solidarietà con la Rivoluzione Spagnola, oltre ad un attentato contro il
dittatore Salazar, messo in atto da un gruppo di anarchici e qualche
comunista, fra i quali (fra gli anarchici; ndt) il noto militante Emidio
Santana. A partire dagli anni '40, l'anarchismo era, come movimento,
sostanzialmente sparito; sopravvivevano alcuni militanti legati al
movimento cooperativista e degli inquilini, nonché alla partecipazione
all'opposizione antifascista. Un piccolo numero di tali militanti, più
giovani, furono al tempo legati alle organizzazioni della lotta armata,
LUAR e BR.
Nel 1974 gli anarchici erano ridotti a qualche decina, forse un
centinaio, di vecchi militanti, sopravvissuti della generazione che
precedeva la dittatura, ai quali si aggiunsero alcune decine di giovani
militanti in esilio, fondamentalmente in Francia. Una parte di costoro,
disertori della guerra coloniale, furono integrati da alcune centinaia
di ancor più giovani studenti e lavoratori che si avvicinarono al
movimento anarchico dopo la caduta della dittatura. Nei mesi seguenti al
25 Aprile si ebbe un tentativo di riorganizzazione della corrente
anarco-sindacalista che si tradusse nella creazione dell'ALAS, Alleanza
Libertaria Anarco-sindacalista, e nel rilancio dell'organo storico della
CGT, A Batalha; iniziative, queste, che ricevettero un certo appoggio
dalla SAC, l'organizzazione sindacalista rivoluzionaria svedese. Più
tardi, sarebbe lanciato il giornale A Voz Anarquista (La Voce Anarchica;
ndt) organo specifico anarchico, e ricostituita la Federazione Anarchica
della Regione Portoghese (FARP), che ebbe vita breve. Parallelamente
fiorirono numerosi giornali e fogli di gruppi formati da giovani che
sarebbero in seguito conosciuti come anarcas, alcuni di certo contenuto
teorico, ma molti ricorrendo al classico linguaggio della stampa
anarchica. Riviste come A Ideia (L'Idea; ndt) e Acção Directa (Azione
Diretta; ndt) saranno quelle che mostrarono maggiore longevità (la
prima, così come accade per A Batalha, esce ancora; ndt), essendo state
lanciate da militanti che si avvicinarono all'anarchismo in Francia,
negli anni '70. Nel quadro di questa stampa anticapitalista e fuori
dall'influenza partitica si evidenziò il giornale Combate fondato in
giugno da militanti marxisti critici che avevano rotto col leninismo.
Durante i mesi seguenti si sarebbe rivelato quale principale divulgatore
delle lotte autonome dei lavoratori e delle esperienze di autogestione.
Erano pochi i militanti anti-capitalista delle diverse organizzazioni e
correnti, in quei primi mesi che seguirono la fine del regime, e la
mobilitazione di migliaia di lavoratori nelle strade non fu il risultato
dell'appello da parte delle organizzazioni e dei partiti, ma il prodotto
della spontaneità del movimento dei lavoratori, cosa che molti
interpretano quale risultato del sollevamento del coperchio della
pentola a pressione della dittatura. L'apartiticità, la fraternità e la
socialità instauratasi, l'allegria, il libero dibattito delle idee,
senza pregiudizi di genere, età e condizione è ciò che contraddistinse
questi primi mesi a seguire il 25 Aprile. In questo movimento spontaneo,
si produssero originariamente le prime occupazioni di case, sia per
l'abitazione che per la creazione di nuovi spazi destinati all'infanzia,
alle cliniche popolari e ai centri culturali. Le commissioni di
inquilini che sorsero nei quartieri popolari, rappresentano alcune delle
prime manifestazioni di auto-organizzazione, alle quali fecero seguito
le commissioni dei lavoratori in varie fabbriche ed imprese. Tali
commissioni, che si diffusero per tutto il paese saranno la principale
manifestazione di auto-organizzazione per tutto il corso della
rivoluzione portoghese.
Alcuni ritengono quelli che sono stati i primi tempi della rivoluzione
un periodo di vera anarchia, considerata l'assenza dello Stato, visto
che l'apparato repressivo era in larga misura scomparso, in ragione,
specialmente, dell'estinzione della polizia politica, la PIDE-DGS
(Polizia Internazionale e di Difesa dello Stato-Direzione Generale di
Sicurezza; ndt) e della Legione Portoghese, ma anche perché la polizia,
PSP (Polizia di Sicurezza Pubblica; ndt) e la guardia, GNR (Guardia
Nazionale Repubblicana; come la PSP operative tuttora; ndt), erano
oggetto di un processo di epurazione dei suoi quadri più legati al
regime salazarista, facendo si che le medesime forze poliziesche fossero
indotte a non intervenire temendo un ulteriore discredito. Tale ampio
movimento di depurazione dei quadri della dittatura, che venne definito
come risanamento, ebbe un ruolo importante nella fase di paralizzazione
dell'apparato statale, ora che i funzionari superiori ed intermedi di
tutti i servizi e organi dello Stato, dalle Forze Armate fino a quelle
politiche, il potere locale, il sistema giudiziario, le università e le
scuole, così come le imprese pubbliche e quelle private, furono
coinvolte dal processo di depurazione in corso, capace di allontanare
centinaia di responsabili e porre molti altri sotto il sospetto di
connivenza coi vari governi del periodo dittatoriale. Potè in tal modo
formarsi un ambiente favorevole all'assemblearismo e alle decisioni
collettive. Uno storico, César de Oliveira, dirà nelle sue memorie «Fra
il 25 Aprile e la metà di maggio si può dire che, nell'accezione ultima
dell'utopia di Emidio Santana, non si ebbe Stato in Portogallo. Tutto
era nella strada e il potere era nelle vie». Possiamo affermare che
questa è stata una realtà che si è protratta almeno per tutto il corso del
1974. Questo vuoto di potere e l'allineamento di settori militari alle
iniziative e alle lotte popolari spiega l'avanzata accelerata e
vittoriosa di quelle lotte sociali e sindacali. In questo contesto il
PCP e la centrale sindacale dallo stesso controllata, la Intersindacale,
svolsero un'attività di freno, criticando scioperi ed occupazioni, la
qual cosa non sorprende considerando il fatto che l Partito Comunista
passò ad integrare il governo provvisorio e così legittimarsi. Ma questo
ruolo di "moderatore" svolto dalla direzione del PCP è stato, durante
tutta la fase rivoluzionaria, alquanto ambiguo, dato che la sua stessa
base popolare era disposta a superare le direttive provenienti
dall'alto, ciò anche in ragione del fatto che in larga maggioranza tale
base era costituita da nuovi militanti al momento ancora poco inquadrati
dall'apparato di partito.
I nuovi partiti politici, e da subito, fra essi, il PCP e il PS (Partito
Socialista; ndt), si strutturarono celermente, grazie fondamentalmente
all'appoggio proveniente dall'estero, avendo, ad esempio, l'Unione
Sovietica ed altri paesi del blocco dell'Est posto a disposizione del
Partito Comunista ingenti risorse che gli permisero di aprire sedi,
creare editrici e giornali, edificare un apparato tecnico e
imprenditoriale, consentendo così ai comunisti di disporre di una
macchina di partito di grandi dimensioni nello spazio di pochi mesi. Lo
stesso dicasi del Partito Socialista appoggiato dall'Internazionale
Socialista e principalmente da alcuni paesi del Nord Europa, ma anche
dalla Repubblica Federale di Germania e dagli USA, la qual cosa gli
permise di passare da una piccola ed informale organizzazione costituita
da alcune decine di professionisti di stampo liberale, a quella di una
potente macchina partitica, con sedi in tutto il paese, editrici,
giornali e dotata di un apparato tecnico. Questo intervento esterno si
rivelerà determinante per le direzioni che la cosiddetta Rivoluzione
Portoghese prenderà lungo il periodo del '74-'75.
La radicalizzazione politica tenderà ad accentuarsi nel 1975, dopo due
tentativi, il 28 settembre 1974 e l'11 marzo 1975, condotti da settori
conservatori e di estrema destra, di concentrare il potere nelle mani
del Generale António Spinola, esautorando così dallo stesso potere i
giovani ufficiali del MFA e la mobilitazione popolare. Questo generale
non aveva partecipato al golpe del 25 Aprile, ma era stato collocato al
centro del potere dal MFA, al fine di incontrare una soluzione politica
alla questione della guerra coloniale.
E sarebbe il tentativo disarticolato di un golpe di estrema destra
legato proprio al generale Spinola, all'origine di cambiamenti
significativi sul terreno economico e sociale della rivoluzione
portoghese, un'alterazione dei rapporti di forza e una reale
radicalizzazione politica che inaugurerebbe quello che passò ad essere
conosciuto come Processo Rivoluzionario in Corso (PREC), ossia una vera
crisi sociale rivoluzionaria.
La sconfitta del tentativo golpista della destra, oltre ad aver prodotto
come risultato immediato la carcerazione di un numero consistente di
militari, militanti e imprenditori del campo conservatore e di estrema
destra, e condotto alla fuga verso la Spagna e il Brasile di molti
altri, sfociò nella decisione del MFA di avanzare con la
nazionalizzazione di significativi settori dell'economia portoghese:
banca, assicurazioni, immobiliare, trasporto e grandi imprese
commerciali e industriali. Tale decisione politica, praticamente
inevitabile, considerata la fuga di una parte consistente di impresari,
grandi azionisti e proprietari rurali, dette luogo ad una economia
altamente statalizzata, consolidando il progetto governativo della
sinistra partitica, in primis del PCP e dei suoi alleati militari. Ma
come si scrisse sul giornale Combate del tempo: "Capitalismo Privato o
Capitalismo di Stato nn è una scelta!"
Ovviamente le dispute geo-strategiche non scomparvero in Portogallo, a
partire dal 25 Aprile 1974, da subito mediante il finanziamento dei
maggiori partiti, e neppure nell'ambito dell'appoggio alle forze
conservatrici e ai loro reiterati tentativi di frenare il processo
rivoluzionario, ma fu dopo l'11 marzo 1975 che l'intervento di Stati
Uniti e Unione Sovietica, ma anche di paesi come la Spagna, la Francia,
il Regno Unito e la Germania Federale si resero chiare e forti,
finalizzate come erano a rafforzare l'influenza fra i militari del MFA e
all'appoggio rivolto ai principali partiti che si contendevano il potere.
Un po' a margine di queste contese, le lotte sociali dentro le aziende,
ma anche nei quartieri e nelle campagne, dove si erano prodotte le
occupazioni di grandi proprietà latifondiarie nel Ribatejo e
nell'Alentejo (2 regioni portoghesi; ndt) verso la fine del 1974, un
movimento che avrebbe registrato forti sviluppi durante l'anno seguente,
si caratterizzavano per una grande propensione allo spontaneismo e
all'auto-organizzazione. Al di là degli obiettivi concreti, scioperi per
l'aumento salariale, occupazione di case, imprese e latifondi, si
traduceva un'idea, per certi versi indefinita, della creazione di un
socialismo di base, poggiante nel cosiddetto potere popolare,
discendente dall'influenza di idee consiliariste e del modello cileno,
ma non completamente estranea da qualche reminiscenza di idee e pratiche
libertarie del passato.
Risulta evidente che in questo processo rivoluzionario, acutizzandosi
la lotta politica e fra i partiti, questi ultimi diventando sempre più
forti, le dispute per l'egemonia all'interno delle lotte sociali e delle
organizzazioni di base, le commissioni dei lavoratori, degli inquilini,
delle aziende in autogestione, delle cooperative rurali etc., condussero
all'accentuarsi del settarismo ideologico e all'indebolimento delle
organizzazioni di base le quali, sempre più influenzate dai partiti,
rendevano impraticabile la lotta comune. Lo stesso accadde all'interno
delle forze armate, sia nel MFA, sia nel movimento dei soldati, entrambi
via via più allineati in senso partitico e coinvolti nella disputa per
la medesima influenza politica.
Seconda e ultima parte nella rivista di ottobre.
Traduzione a cura
di Virgilio Caletti
http://alternativalibertaria.fdca.it/
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