A - I n f o s

a multi-lingual news service by, for, and about anarchists **
News in all languages
Last 40 posts (Homepage) Last two weeks' posts Our archives of old posts

The last 100 posts, according to language
Greek_ 中文 Chinese_ Castellano_ Catalan_ Deutsch_ Nederlands_ English_ Français_ Italiano_ Polski_ Português_ Russkyi_ Suomi_ Svenska_ Türkçe_ _The.Supplement

The First Few Lines of The Last 10 posts in:
Castellano_ Deutsch_ Nederlands_ English_ Français_ Italiano_ Polski_ Português_ Russkyi_ Suomi_ Svenska_ Türkçe_
First few lines of all posts of last 24 hours | of past 30 days | of 2002 | of 2003 | of 2004 | of 2005 | of 2006 | of 2007 | of 2008 | of 2009 | of 2010 | of 2011 | of 2012 | of 2013 | of 2014 | of 2015 | of 2016 | of 2017 | of 2018 | of 2019 | of 2020 | of 2021 | of 2022 | of 2023 | of 2024

Syndication Of A-Infos - including RDF - How to Syndicate A-Infos
Subscribe to the a-infos newsgroups

(it) Italy, Sicilie Libertaria #451: Guerra e letteratura (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Fri, 4 Oct 2024 08:11:50 +0300


Tanto si è scritto sul fatto che la Grande Guerra abbia determinato una netta cesura tra un prima e un poi. La durata, l'elevato numero di nazioni e individui coinvolti, l'imponenza del materiale impiegato e distrutto, la sperimentazione di nuove tecnologie e sistemi bellici, la mobilitazione degli intellettuali come influencer dell'opinione pubblica, il logoramento fisico e psicologico in trincea, il massiccio coinvolgimento della società civile, sia come obiettivo militare che per alimentare la produzione industriale bellica, le caratteristiche di guerra totale, di massa e impersonale con la smaterializzazione del corpo del nemico, le persone divenute cifre utili per le statistiche, hanno segnato l'inizio di un'Età della Catastrofe, secondo la definizione di Hobsbawm.

Si trattò di una guerra dei governi contro i popoli, dei ricchi contro i poveri. Ed i governi e i ricchi si servirono del potere di persuasione di poeti e intellettuali. Chi provava a descriverne l'orrore veniva accusato di fomentare il disfattismo.

Man mano che la guerra mostrava il suo vero volto e si andava spegnendo ogni empito patriottico, gli intellettuali più lucidi prendevano le distanze dalla facile retorica con cui l'élite di potere dissimulava e legittimava una strage di popolo. Anche i racconti della guerra di Pirandello e De Roberto ne offrono una visione antiretorica, antieroica e demistificante.

In Berecche e la guerra alla critica corrosiva delle utopie ottocentesche e degli ideali risorgimentali dei "vecchi" si unisce un pietoso scetticismo sul destino dei più "giovani". L'antica venerazione del professor Berecche per la disciplina e la cultura tedesca si scontra con una realtà ben diversa: «Quanti, feriti non raccolti, morenti sulla neve nel fango, si ricompongono in attesa della morte e guardano innanzi a sé con occhi pietosi e vani, e più non sanno vedere la ragione della ferocia che ha spezzato sul meglio, d'un tratto, la loro giovinezza, i loro affetti, tutto per sempre, come niente! Nessun cenno. Nessuno saprà. Chi le sa, anche adesso, tutte le piccole, innumerevoli storie, una in ogni anima dei milioni e milioni d'uomini di fronte gli uni agli altri per uccidersi? Anche adesso, poche righe nei bollettini degli Stati Maggiori...No: questa non è una grande guerra; sarà un macello grande; una grande guerra non è perché nessuna grande idealità la muove e la sostiene. Questa è guerra di mercato: guerra di un popolo bestione, troppo presto cresciuto e troppo faccente e saccente, che ha voluto aggredire per imporre a tutti la sua merce e, bene armata e azzampata, la sua saccenteria».

In alcuni racconti di Federico De Roberto pubblicati su varie riviste tra il 1919 e il 1923, La retata, Il rifugio e La paura, tra i traguardi più alti della sua opera ma anche del genere, sembrano rivivere le testimonianze dei diari o delle lettere dal fronte. Lo scrittore siciliano si servì della consulenza tecnica di soldati e reduci, ai quali chiedeva di poter visionare anche oggetti bellici. Grazie a un rigore documentaristico maniacale, un realismo crudo e senza fronzoli e a un uso del linguaggio e dei dialetti anche in direzione espressionista, prende corpo la narrazione di una condizione esistenziale capovolta dove l'eroismo esibisce le medaglie di un campione della parola (La retata), il tradimento cela un'originaria vocazione alla umana solidarietà (Il rifugio), paura e coraggio convergono nell'unico gesto possibile per esprimere una dignitosa protesta, il suicidio (La paura).

Il rifugio racconta le gesta di un giovane bellimbusto che sistematicamente disattende gli ordini superiori scansando ogni fatica, sabotando ogni incarico e affrontando le punizioni inflittegli con apparente spavalderia, salvo poi ritrovare una grande dignità nel momento della morte per fucilazione. Nella seconda parte il superiore incaricato di portare la triste notizia ai parenti, sorpreso da una tempesta durante il tragitto, trova casuale rifugio nell'accogliente fattoria della famiglia del disertore. Accudito e sfamato, si trova involontariamente a indossare gli stessi abiti del ragazzo che ha dovuto far fucilare. Nel ribaltamento dei ruoli che ne consegue è lui il frettoloso e imbarazzato fuggitivo davanti alle raccomandazioni della madre del soldato. L'ufficiale sperimenta il pirandelliano sentimento del contrario nel doversi riconoscere dalla parte dei carnefici e nel comprendere le ragioni del disertore, vittima, in realtà, della assurda disumanità della guerra.

(estratto da un articolo di Sebastiano Pennisi apparso sul n.4 di Scorci, dicembre 2022)

http://sicilialibertaria.it
________________________________________
A - I n f o s Notiziario Fatto Dagli Anarchici
Per, gli, sugli anarchici
Send news reports to A-infos-it mailing list
A-infos-it@ainfos.ca
Subscribe/Unsubscribe https://ainfos.ca/mailman/listinfo/a-infos-it
Archive http://ainfos.ca/it
A-Infos Information Center