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(it) France, CNT-AIT, Anarchosyndicalisme #183 - GLI ANARCHICI SONO ANCORA RIVOLUZIONARI? (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Wed, 25 Oct 2023 09:24:23 +0300


Sabato 4 gennaio 2003 ---- questo testo, scritto più di 20 anni fa da Claude Guillon, in seguito al rifiuto da parte della federazione anarchica della sua proposta di dibattito a margine della fiera del libro libertaria celebrata "per mancanza di tempo. e dello spazio" (sic) rimane del tutto attuale... la questione resta aperta...
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Quando gli organizzatori del "Libertarian Book in Party"[1]mi hanno chiesto di partecipare, mi hanno chiesto se volevo ospitare un dibattito. Ho proposto il seguente tema: "Gli anarchici sono ancora rivoluzionari? ". Difficoltà organizzative (meno spazio e tempo del previsto) hanno portato questi compagni a ridurre la gamma dei temi affrontati a ciò che sembrava loro essenziale o suscettibile di attirare il pubblico più vasto. La lettura del programma selezionato porterebbe ad una risposta negativa alla domanda che volevo porre.

Esitiamo a vedere ciò che sembra urgente discutere ai libertari di oggi, tra due ipotesi. Primo: la rivoluzione è già avvenuta e possiamo parlare tranquillamente del più e del meno. Secondo: gli anarchici vogliono presentarsi, all'interno di un sistema capitalista che hanno rinunciato a distruggere, come una forza di affermazione culturale. In un'opera il cui titolo sottolinea significativamente l'idea unica, morale e individuale, di rivolta ("Anarchia, una storia di rivolte"), Claude Faber, uno degli autori invitati a celebrare il libro libertario, non scrive: "Per essere anarchico oggi... è continuare a credere nell'ideale libertario..., è avere l'orgoglio di appartenere ad una storia..., è scegliere una linea di condotta..., è rimanere ribelle... è fare la scelta di cittadinanza". Credenza - eredità - moralità - rivolta individuale: questo magro bagaglio non può portare, infatti, oltre alla stupidità cittadinista, l'ultima trappola tesa dal sistema per coloro che si ribellano all'ingiustizia. Con un programma del genere, gli anarchici possono unirsi ai Postalinisti e ai rifondatori della sinistra in ATTAC, e votare contro il Fronte Nazionale alle elezioni...

Che gli anarchici militanti si conformino alle novità dell'editoria commerciale e partecipino qui alla promozione di un'opera popolare[2]purché rechi la "A cerchiata" in copertina, la dice lunga sulla confusione teorica e sul vuoto strategico del movimento. Altrove[3]ho criticato la popolarità dei testi di Noam Chomsky, anch'egli difensore di un cittadinismo che reclama il rafforzamento dello Stato.

Anarchico, membro del collettivo di una rivista ("Oiseau-tempête") che non pretende di essere anarchica, ma riunisce individui provenienti da itinerari diversi, tutti concordi sulla prospettiva di una rottura necessaria con il sistema capitalista, sono abituato ae a favore del confronto e dell'apertura. Dobbiamo ancora sapere cosa stiamo confrontando con cosa e chi! C'è da interrogarsi, ad esempio, sull'interesse a convocare per parlare di "politiche di sicurezza" due accademici democratici, membri di una "Rete contro la Fabbrica dell'Odio", che, all'indomani del lusinghiero punteggio di Le Pen, si preoccupavano della situazione della Francia immagine all'estero!

Dai festeggiamenti organizzati dalla CNT Vignoles[4]il 1° maggio 2000, tutto è avvenuto come se i libri, le riviste, e soprattutto i vari incontri e dibattiti avessero la funzione, non quella di chiarire le questioni concrete che si pongono oggi. oggi ad un movimento rivoluzionario libertario, ma piuttosto per permettergli di affacciarsi su una scena culturale dalla quale la sua debolezza numerica lo aveva escluso fino a pochi anni fa.

Che si tratti di un obiettivo perseguito consapevolmente o di una deriva sconsiderata, voglio far sapere che non mi identifico con esso. La storia dell'anarchismo, per tornare ad un altro tema prescelto, mi interessa solo nella misura in cui può illuminarci sul modo in cui, oggi, gli anarchici possono contribuire a fare la storia, cioè a distruggere il sistema di sfruttamento. e dominazione per sostituirla con una società senza denaro, senza Stato e senza dipendenti.

Si chiama progetto, non convinzione.

19-20 ottobre 2002

Claudio Guillon

(Testo distribuito durante il "Libro Libertario in festa e indirizzato al giornale CNT-AIT da un lettore).

[1]Mostra tenutasi nel 2002 a Parigi. Era stato negato l'accesso alla CNT-AIT che pertanto ha mantenuto il suo stand davanti alla porta d'ingresso...

[2]Preferiremmo leggere "L'anarchisme" di Daniel Guérin, dal Folio.

[3]"L'effetto Chomsky o anarchismo di Stato" ("Stormbird" n. 9), faremo riferimento anche al testo "Che cos'è una rivoluzione comunista e libertaria". Potete consultare il sito web della rivista: http://internetdown.org/oiseautempe....

[4]Nota dell'editore del CS: si tratta di Vignoles e non della CNT-AIT. Su Chomsky possiamo consultare anche un altro articolo di Guillon pubblicato sempre dal nostro giornale.

http://cnt-ait.info/2023/08/23/anarchistes-encore-revolutionnaires/
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