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(it) Italy, UCADI #176: La sinistra e l'immigrazione (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 25 Oct 2023 09:23:55 +0300
La "crisi migratoria", ancora una volta affrontata come un'emergenza,
travolge l'Italia e l'Europa mentre il Governo si barrica dietro grida
manzoniane, come "inseguiremo gli scafisti nell'orbe terracqueo" o la
riproposizione del fantomatico blocco navale. Tutto questo mentre
l'opposizione farfuglia sull'accoglienza e l'Unione europea passeggia
con la von der Leyen sul molo di Lampedusa, come se sfilasse sul red
carpet del Festival di Venezia.
Ciò che stupisce e sconcerta è che si consideri quello che sta avvenendo
un'emergenza, mentre invece siamo di fronte ad un fenomeno strutturale,
indotto da cause note e ben individuate. Le politiche imposte agli Stati
africani e non solo, di subire la predazione sistematica delle loro
risorse sia energetiche che minerarie, di trasformare la loro
agricoltura impiantando coltivazioni intensive, gestite dalle
multinazionali per alimentare il mercato alimentare mondiale,
distruggendo al tempo stesso le preesistenti economie agricole di
sussistenza, il saccheggio delle risorse provenienti dalla pesca,
invadendo i mari prospicienti le coste africane trasformati in
territorio di preda dove operano navi oceaniche che, distruggendo la
pesca locale di sussistenza, hanno progressivamente impoverito
l'economia del Sud del mondo, scatenando una crisi alimentare di
sussistenza senza eguali, hanno costretto quelle popolazioni alla fame.
A ciò si aggiunga il disastro ecologico prodotto dalle emissioni di
anidride carbonica e dai mutamenti climatici che hanno desertificato
milioni di chilometri quadrati di terreni una volta fertili e si capirà
perché le popolazioni di questi territori non hanno altra strada che
ricorrere all'immigrazione e cercare, nella fuga ad ogni costo, la
salvezza, pur consapevoli delle difficoltà e dei rischi del viaggio, ma
avendo la sola possibilità di scegliere tra la morte certa e quella
probabile. Quando sta avvenendo non è difficile da capire, eppure
l'attuale ministro degli interni di questo Governo non ci arriva e si
permette di irridere alla disperazione dei tanti migranti che rischiano
la vita propria e dei loro figli.
Sul piano più generale si aggiunga che il fenomeno migratorio è
alimentato dalla parte più forte e valida della popolazione, in possesso
di capacità lavorative e potenzialità di impiego sul mercato del lavoro
internazionale e che quindi ad emigrare sono le forze migliori dei paesi
di emigrazione e ciò non fa altro che indebolire ulteriormente il loro
tessuto economico e sociale, consegnando questi paesi ad un mancato
sviluppo che si aggrava ogni giorno di più.
Come si fa a non capire che fenomeni atmosferici come quelli che hanno
colpito la Cirenaica o terremoti come quello marocchino, e prima di
questi le guerre in Medio Oriente, avrebbero creato una massa critica
incontenibile, una pressione costante di popolazioni migranti che
avrebbero inevitabilmente investito l'Europa, passando per l'Italia,
corridoio naturale per accedere all'Europa. È perciò che si impongono
inevitabili due domande: la prima, la massa enorme di migranti che si
riversa sul continente europeo è veramente di proporzioni tali da non
poter essere assorbita attraverso idonee politiche di accoglienza. Il
secondo quesito riguarda la sinistra e la sua capacità di proporre una
soluzione credibile al problema.
L'Europa e la politica dell'accoglienza
L'Europa è un continente vecchio e nel suo complesso è attraversato da
una grave crisi demografica che ha cause numerose e complesse: proviamo
a segnalarne alcune. Nella gran parte degli Stati del continente le
politiche del lavoro e dell'occupazione, quelle dei servizi alla
persona, la struttura sociale nel suo complesso, creano le condizioni
per disincentivare la natalità. L'insicurezza del lavoro e quindi del
reddito, l'assenza di strutture come asili, scuole adeguate, idonea
assistenza sanitaria gratuita e per tutti, rendono problematico per le
persone in età fertile decidere di procreare, prova ne sia che è sempre
più diffuso il fenomeno delle maternità in età avanzata. La conseguenza
è un calo demografico che appare oggi inarrestabile al quale sarebbe
logico porre riparo modificando le politiche sociali nel loro complesso,
al fine di facilitare l'incremento demografico e nell'immediato
ricorrere ad una oculata politica di accoglienza dell'immigrazione che
va certamente regolamentata e accompagnata da politiche di integrazione
che permettano d'inserire i nuovi venuti nella compagine sociale,
attraverso un'adeguata politica di scambio e confronto culturale che
permetta l'integrazione sociale.
Anche partendo dal fatto ormai certo che in quest'anno attraverso
l'Italia entreranno in Europa più di 200.000 migranti i numeri dei nuovi
ingressi rispetto al totale della popolazione europea rappresentano una
percentuale trascurabile di popolazione da integrare nei diversi Stati,
una volta che si gestisca il fenomeno in modo intelligente, anche al
fine di rispondere in tal modo al fabbisogno di manodopera che ha il
sistema produttivo dei paesi europei nel loro complesso e ai bisogni di
introiti provenienti dal lavoro per sostenere sia i servizi sociali che
il sistema pensionistico.
Ciò potrebbe avvenire a due condizioni: smetterla con la paura della
sostituzione etnica, che turba i sonni di coloro che sono convinti
dell'esistenza di un piano in tal senso, volto ad attentare alle radici
cristiane del Europa (piano Kalegi e teoria del complotto).[1]A tal
proposito non sono incoraggianti le recenti dichiarazioni della premier
in Ungheria dove, probabilmente ispirata dalla presenza del collega
Orban, Ella ha dichiarato di apprestarsi alla difesa non solo della
patria e della famiglia, ma anche del cristianesimo, chiamando gli
italiani e gli europei a nuove crociate!
La seconda condizione, certamente quella più essenziale, e di cambiare
radicalmente le politiche sociali e del lavoro, creando le condizioni
strutturali affinché vengano rimosse alla radice le cause che hanno
determinato l'inverno demografico che attanaglia l'Europa e la
sostanziale decadenza delle società nelle quali viviamo. Ma questa
seconda condizione deve misurarsi con l'esigenza della società
capitalistica, di perpetuare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo (e
sulla donna), con il perdurare di una società ingiusta che distribuisce
la ricchezza in modo diseguale, tanto che oggi le distanze tra ricchi e
poveri aumentano in modo geometrico, al punto che è difficile calcolare
il divario che separa i pochi ricchi dai tanti poveri.
Le carenze della sinistra
Nel criticare l'operato del Governo le opposizioni si sono rivelate
egualmente incapaci di risolvere e affrontare il problema o almeno di
formulare una proposta credibile di soluzione del problema, La sola cosa
che sono stati capaci di fare è stata quella di sponsorizzare gli
accordi di Minniti con i criminali libici che gestiscono i lager nei
quali vengono detenuti i migranti e con la guardia costiera libica che
gestisce il traffico, aprendo e chiudendo il rubinetto delle partenze.
Tutto questo non bastava e la crisi intervenuta in Tunisia ha aperto un
altro mercato e un'altra via di transito per i migranti.
La sinistra non è in grado di formulare una propria proposta perché ha
perduto i suoi caratteri distintivi e identitari, in particolare ha
dimenticato tutto in materia di internazionalismo proletario. In tal
modo ha perso perfino le categorie di analisi per comprendere la realtà,
analizzare i fenomeni, capirne le cause economiche e sociali e di
conseguenza sapere come porvi rimedio.
Quella attuale è una sinistra guerrafondaia e criminale che sostiene la
guerra, acriticamente, senza analizzarne le cause e le conseguenze e che
a proposito di emigrazione fa finta di essere incapace di ignorare, ad
esempio, che con i provvedimenti a sostegno della pesca oceanica
europea nel Golfo di Guinea, mettendo delle navi a loro protezione, si
privano le popolazioni costiere dell'Africa della possibilità di vivere
di pesca; finge di ignorare che con il sostegno agli investimenti a
favore dei grandi gruppi economici e industriali che lavorano nel
settore agricolo finanzia l'acquisizione di territori agricoli in Africa
che vengono scandalosamente convertiti in monocultura di the, caffè,
cacao o, addirittura, rose, come avviene in Etiopia, che assorbono
quantità enormi di acqua, desertificando i terreni circostanti.
movimentando il
mercato dei fiori di Amsterdam. Il risultato è che questi terreni
vengono sottratti all'agricoltura di sussistenza delle popolazioni.
I partiti della sinistra europea fanno finta ignorare che i proventi
dell'estrazione di minerali, come l'uranio, il nichel, il cromo, l'oro e
quant'altro è necessario all'industria, vengono sottratti ai paesi
dell'Africa, sfruttando il lavoro minorile, riducendo alla fame le
popolazioni locali, schiavizzandole, sostenendo regimi infami e una
borghesia nazionale di manutengoli locali che procedono allo
sfruttamento delle popolazioni in nome proprio e per conto delle
multinazionali europee e statunitensi o degli oligarchi russi e delle
aziende pubbliche e private cinesi.
In altre parole, l'Europa come gli Stati Uniti, la stessa Russia e Cina
spremono l'Africa, ne sfruttano le risorse, ne schiavizzano la
popolazione e poi si lamentano che questi schiavi vogliono sfuggire allo
sfruttamento, rompere le loro catene a costo di rischiare la vita in un
viaggio che sanno ricco di pericoli. Non una parola si è levata e si
leva dai partiti di sinistra italiani ed europei contro questo
sfruttamento, anzi i non lontani scandali che si sono verificati
nell'Unione europea per la presenza di lobby a sostegno di questo quel
paese - come, ad esempio, il Marocco che occupa il Sahara Occidentale e
opprime il popolo Saharawi - hanno visto politici di sinistra svolgere
parte attiva in questo commercio di influenze e sfruttamento.
La proposta delle sinistre di risposta alle migrazioni dovrebbe partire
proprio da una politica di solidarietà internazionalista nei confronti
delle popolazioni africane sfruttate, di lotta alle lobby che vivono
delle risorse di questi popoli, di coraggiosa opposizione a una politica
di rapina che caratterizza l'Occidente, e non solo, nei confronti dei
paesi di provenienza dei migranti. Una prioritaria posizione in tal
senso e soprattutto i comportamenti pratici e coerenti in questa
direzione che tendono a rimuovere le cause della migrazione, darebbero
un buon contributo, serio e credibile, alla soluzione del problema e
permetterebbero di affrontare in modo non emergenziale la questione
migrazione.
Una sana e ben organizzata politica dell'accoglienza viene dopo e
potrebbe gestire un fenomeno certamente ridimensionato nei numeri, ma
fino a quando la cattiva coscienza dei partiti della sinistra continuerà
a caratterizzarli, fino a quando essi non saranno capaci di
riconciliarsi con le loro radici ideali, continueranno ad essere
sconfitti, deperiranno sempre di più, perché non sono credibili rispetto
alle basi ideali ed ideologiche, alle ragioni stesse della loro
esistenza e rappresenteranno soltanto degli aggregati lobbistici
concorrenti a quelli della destra nazionale e internazionale.
[1]Sul Piano Kalergi vedi: G.L., Rotta balcanica e "piano Kalergi,
Newsletter Crescita Politica, N° 153, dicembre 2021; La Redazione, La
fortezza Europa, N° 169, marzo 2022.
La Redazione
https://www.ucadi.org/2023/09/21/la-sinistra-e-limmigrazione/
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